Festa nazionale dell’Unità, gli organizzatori: «Ci sono stati 350mila visitatori»

Numeri in crescita rispetto allo scorso anno. Per ascoltare il segretario Nicola Zingaretti pullman da tutta Italia

NICOLA ZINGARETTI ALLA FESTA NAZIONALE DELLUNITA' A RAVENNASono ottimi, stando a quanto scrivono gli organizzatori, i numeri di partecipanti alla Festa nazionale dell’Unità che per il secondo anno di fila si è tenuta a Ravenna: l‘arrivo del segretario Nicola Zingaretti nella serata dell’8 settembre ha portato circa cinquemila persone (arrivate da tutta Italia con mezzi propri o con i 50 pullman organizzati da circoli e federazioni) a seguire l’intervento del segretario. In totale sono stati 350mila i visitatori, 50mila in più dello scorso anno, della kermesse che si chiude questa sera.

Altri numeri a contorno: sono stati 250 ospiti totali hanno animato i 66 dibattiti e le 26 presentazioni di libri, seguiti con grande partecipazione e interesse. Tutto esaurito, ogni sera, negli 11 ristoranti e bar della Festa: 35 quintali di cappelletti consumati, 50mila tra pizza fritta e piadine vendute, con oltre 100mila coperti in 18 sere.

«Un’esperienza di confronto e condivisione straordinaria – sottolinea Stefano Vaccari, responsabile Organizzazione del Partito democratico -. C’era e c’è voglia di capire cosa sta succedendo in questa fase cruciale per il Paese. Grazie al popolo del Pd che, non solo ieri, ha fatto sentire forte la sua voce e la sua voglia di partecipare, di fare la propria parte per cambiare l’Italia. Grazie a tutti i volontari, i militanti e gli iscritti che a partire da Ravenna, rendono possibili le nostre Feste, quasi 400, in ogni parte del Paese, e ci rendono orgogliosi di questa comunità».

«Prima di tutto – ha detto il segretario provinciale PD Alessandro Barattoni- vorrei fare un ringraziamento alle migliaia di volontari perché senza ognuno di loro, e sono migliaia, tutto questo non sarebbe stato possibile. È stata una festa meravigliosa perché, come tante persone mi hanno detto, si respira una bella aria, c’è confronto reciproco, solidarietà e tanti sorrisi. Insomma quel mondo che spesso sogniamo solamente, nel quale si è tutti diversi ma uguali, una dimensione collettiva della felicità. Tutti dobbiamo fare in modo che le nostre feste non rimangano un mondo a parte rispetto a quello che succede fuori dove le parole di odio sono quotidiane. Serve anche il nostro lavoro per rimuoverlo e con la festa ci siamo dati l’obiettivo di riaccendere il paese e di trasformare la paura in speranza. Oggi è il momento di dare fare ancora di più».

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