Il movimento spontaneo nato a Bologna contro la campagna elettorale di Salvini prepara l’appuntamento in darsena «senza bandiere di partiti o associazioni»
Gli organizzatori ricordano le regole del gioco, le stesse già applicate a partire dal 14 novembre a Bologna quando tutto è iniziato seguendo l’invito di quattro giovani che dai social aveva proposto un raduno spontaneo e pacifico in piazza Maggiore per stringersi come sardine e dimostrare di essere più di quanti potesse contenere il pala Dozza dove si apriva la campagna elettorale leghista per il voto alle Regionali del 26 gennaio. «Questo è un flash mob apartitico, quindi raccomandiamo di non portare bandiere di partiti o associazioni. Portate però un ombrello, perché in caso di pioggia il flash mob si farà ugualmente! Siamo pur sempre sardine…».
E poi alcuni passaggi della linea di pensiero in cui si riconosce il movimento spontaneo: «Scendiamo in piazza e continuiamo a chiedere a gran voce che odio e intolleranza non siano ammessi nel linguaggio politico. Promuoviamo un confronto basato sul dialogo, sull’apertura verso l’altro. Crediamo fermamente nei valori di eguaglianza, libertà, rispetto e solidarietà, basi della democrazia e capisaldi della nostra Costituzione».