Fu espulso da scuola perché ebreo, il 90enne Finzi cittadino onorario di Ravenna

Nel 1943 con la famiglia partì da Ferrara per sfuggire alla deportazione e trovò ospitalità dalla famiglia ravennate Muratori. In seguito si laureò in Medicina e divenne cardiologo. Il 31 gennaio a teatro la consegna del riconoscimento

20 01 22 Finzi2Il consiglio comunale di Ravenna all’unanimità ha approvato il conferimento della cittadinanza onoraria a Cesare Moisè Finzi, 90enne cardiologo ferrarese che vive a Faenza, vittima in gioventù delle leggi razziali e scampato alle deportazioni nel 1943. Finzi fu espulso dalla scuola italiana nel 1938 perché ebreo dopo le leggi razziali promulgate dal regime fascista in quell’anno. Il conferimento della cittadinanza onoraria avverrà al teatro Alighieri il 31 gennaio alle 10 e sarà il momento più significativo del corposo programma di eventi in occasione del Giorno della memoria, istituito per ricordare la Shoah: ogni anno il 27 gennaio, giorno in cui 75 anni fa avvenne la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, si intende commemorare le vittime dell’Olocausto. Alla cerimonia di consegna parteciperanno numerosi studenti delle scuole di Ravenna ai quali Finzi porterà la sua testimonianza, raccontando la sua vicenda personale.

20 01 22 FinziPer scampare alla deportazione, che toccò invece ad alcuni suoi parenti di Bolzano, nel 1943 Finzi fuggì in treno dalla propria città con la sua famiglia e quella dello zio. In totale 10 persone di cui 6 bambini. L’intenzione era di recarsi nel sud Italia nella speranza di poter raggiungere rapidamente la zona dove erano già presenti le truppe anglo-americane. Era il 19 settembre e a causa del coprifuoco dovettero fermarsi a Ravenna e, non trovando posto nelle pensioni già affollate di soldati, il gruppo provò a suonare il campanello della famiglia Muratori il cui capofamiglia, pochi mesi prima, aveva incontrato lo zio. In quell’occasione promisero di aiutarsi in caso di necessità. I Muratori li accolsero tutti, dando loro da mangiare, da dormire e abiti pesanti per proseguire il viaggio. Per un anno continuarono ad aiutarli e proteggerli. Gino e Pina Muratori per questo gesto furono insigniti del titolo di “Giusti tra le Nazioni”, titolo che dopo la Seconda guerra mondiale viene riconosciuto ai non ebrei per aver salvato dal genocidio anche un solo ebreo, mettendo a rischio la propria vita.

La famiglia di Cesare Moisè Finzi e quella dello zio trovarono rifugio a Gabicce e grazie alla solidarietà di numerose famiglie romagnole e marchigiane, che fornirono loro documenti falsi, abiti e rifugi sicuri, sopravvissero alla guerra e alla deportazione. Dopo la Liberazione fecero ritorno a Ferrara dove Cesare Moisè Finzi si iscrisse al liceo scientifico. Successivamente si laureò in medicina.

Attivamente impegnato nella vita della comunità ebraica ferrarese, è autore di alcune pubblicazioni scientifiche di argomento ebraico e del volume uscito nel 2006, “Qualcuno si è salvato”, che ricostruisce la propria vicenda familiare attraverso un’attenta documentazione storica. Dall’istituzione della “Giornata della memoria”, è impegnato a portare la sua testimonianza di vita, ai ragazzi di tutte le età. In particolar modo ha collaborato con le scuole di Ravenna, incontrando centinaia di ragazzi e ragazze, grazie a progetti promossi dall’Amministrazione comunale e dall’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in Ravenna.

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