Il centrodestra lo voleva sindaco, Mr Itway ha detto no: «La mia azienda ha bisogno»

Il presidente della multinazionale informatica ammette le richieste per la candidatura: «Fa piacere essere ritenuti all’altezza». L’auspicio è per il cambiamento: «Fa bene allo sviluppo». La scelta dell’opposizione è su Filippo Donati: «Potrebbe rovinare i piani di De Pascale». La critica al primo cittadino in carica: «Ha paura di usare la parola gas quando parla di estrazioni».

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Andrea Farina, Ceo Itway

Nelle redazioni dei media locali di Ravenna la notizia ha cominciato a circolare da un po’, fatta filtrare sotto voce. “Nel centrodestra qualcuno sta lavorando per mettere in campo Andrea Farina”. Il presidente del gruppo Itway – che si occupa di cyber security, big data e intelligenza artificiale – come candidato sindaco alle elezioni amministrative di ottobre? Eppure il primo nome a comparire sulle pagine della politica all’inizio di aprile è stato invece quello di Filippo Donati, albergatore molto noto in città. Allora erano notizie prive di fondamento quelle attorno al fondatore della multinazionale? Non proprio: «L’interessamento c’è stato – ammette oggi Farina –. Le richieste sono arrivate».

Chi si è fatto avanti?
«Non è per fare il democristiano, un profilo che non mi appartiene, ma si dice il peccato e non il peccatore. Diciamo che la richiesta è venuta da più fronti, non certamente da quello della coalizion del sindaco uscente».

Ma il matrimonio non si è fatto.
«Il lavoro di sindaco di una città come Ravenna e il lavoro alla guida di un’azienda come Itway meritano di essere fatti a tempo pieno, ho troppo rispetto per entrambi per considerarli dei part-time. Itway è la mia impresa, è quotata in Borsa, e in questo momento ha ancora bisogno del mio apporto».

Filippo Donati Ministro

Donati (a destra) con il ministro

Donati la convince?
«Non lo conosco di persona per cui non posso esprimere un giudizio basato su esperienza personale, però dal suo profilo potrebbe essere quella figura di imprenditore che conosce il territorio e conosce anche elementi della macchina organizzativa, utili per un candidato valido. Secondo me è un’ipotesi che ha fatto aprire un po’ gli occhi a chi nell’attuale squadra di governo sta pensando di vincere senza sforzo al primo turno. Ho letto che Donati si è detto disponibile e ha chiesto chi ci sta. Vedremo».

Per ora non c’è la sintonia di tutti. Partire mostrandosi divisi non è il modo migliore per le speranze di vittoria.
«Chi ha alzato il sopracciglio di più è stato l’avvocato Alberto Ancarani che conosco, una brava persona. Sicuramente va ascoltato e devono arrivare ad una sintesi, ricordando cosa rappresenta Forza Italia sul territorio al momento e dare il giusto peso a tutte le valutazioni…».

Non ha dubbi sulla necessità di cambiamento rispetto al sindaco uscente?
«In natura e in fisica i cambiamenti che poi danno sviluppo arrivano quando viene messo in crisi il sistema esistente. In politica è previsto dalla democrazia, non bisogna avere paura di abbandonare la propria comfort zone. C’è un sistema che funziona bene ma potrebbe anche darsi che qualcuno si stia cullando troppo. Un po’ di cambiamento penso che farebbe bene alla città, anche perché porterebbe rinnovamento nell’area che ora governa e si ritroverebbe all’opposizione. Parlo di governo e opposizione perché mi sembra che non siano più tempi per usare schemi del Novecento come destra e sinistra. Un’opposizione di qualità è nell’interesse dei cittadini».

smart working computerNegli ultimi cinque anni il centrodestra l’ha fatta?
«Da cittadino ho sempre visto un fronte estremamente sgranato. Al centrosinistra viene da fare la battuta di quella pubblicità: “ti piace vincere facile”».

A prescindere dal colore, come vorrebbe che fosse la nuova giunta?
«Mi piacerebbe una squadra di persone che finito il loro mandato abbia una professione a cui tornare. Non dico assolutamente che la politica deve farla solo chi ha i soldi, ma chi ha un mestiere: può essere un impiegato di industria, un avvocato, un medico o altro. Se sai che prima o poi devi tornare a quello, mentre sei in politica rendi conto solo ai cittadini e non a qualcuno da cui possa dipendere la tua permanenza o meno in politica».

Come dovrebbe muoversi il prossimo governo cittadino?
«Potrebbe essere una idea avere il supporto di uno strumento organizzativo e d’indirizzo strategico di sviluppo del nostro territorio. Perché non creare uno steering comittee sull’esempio di alcune organizzazioni internazionali? Un comitato di una dozzina di teste non necessariamente ravennati, con varie competenze specifiche, retribuite zero, che una volta al mese si incontrano e danno supporto alla giunta. Possibilmente persone che abbiano contatti con l’estero, per una visione più aperta».

Come valuta i 5 anni di De Pascale?
«In campagna elettorale la coalizione aveva parlato molto di progetti di videosorveglianza avanzata intelligente per la sicurezza urbana e poi non si è fatto molto, forse anche perché è stato necessario fare i conti con le forze che ora sono entrate in quel crogiolo che è Ravenna Coraggiosa. E poi credo sia mancata una presa di posizione ferma e concreta sul tema oil&gas che andasse oltre alle parole. Prima del Governo Draghi abbiamo avuto due esecutivi, prima gialloverde e poi giallorosso. Il giallo è rimasto la costante che ha dettato la linea su questi temi. Il sindaco di una città come Ravenna non deve avere paura di pronunciare la parola “gas”. Invece c’è la tendenza a nascondersi dietro a “energia”».

È appena nato un ministero della Transizione ecologica. Buttiamo tutto?
«Sono favorevole allo sviluppo sostenibile che rispetti l’ambiente. Ma per sostituire gli idrocarburi serviranno 30-40 anni e questo intervallo di tempo devi coprirlo con la fonte fossile meno inquinante possibile: il gas. Che ha visto Ravenna ai vertici. Invece si stanno perdendo centinaia di posti di lavoro e alla lunga, se non cambiamo verso, società come Eni non investiranno più a Ravenna. Vengono ignorati progetti solo per questioni politiche».

Uff Stampa.it

Omc 2019

Qual è il riferimento?
«Al sottosegretario Giancarlo Giorgetti all’inaugurazione di Omc 2019 venne consegnato un piano per l’energia nazionale elaborato gratuitamente dalle competenze ravennati. Che fine ha fatto? Va buttato perché il coordinamento era di Gianluca Pini della Lega?».

In conclusione, il suo è un “mai in politica”?
«Gli americani dicono “never say never”. Ringrazio chi mi ha chiesto di candidarmi, fa piacere se qualcuno ti ritiene all’altezza di un compito così».

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