
Torna come ogni anno la polemica legata alla commemorazione del gerarca fascista Ettore Muti, organizzata dall’Anai (Associazione Nazionale Arditi d’Italia) e che ogni anno vede “nostalgici” e antifascisti contrapposti nei pressi del cimitero di Ravenna, e non solo.
«Come ogni anno, anche domenica (22 agosto, ndr) saremo presenti per rendere omaggio all’eroe italiano Ettore Muti – interviene Desideria Raggi, coordinatore regionale del Movimento Nazionale – riteniamo importante continuare a tenere vivo il ricordo di chi ha contribuito a fare grande la propria Patria. Ettore Muti ha combattuto lealmente per la propria Patria, sacrificando la propria vita per essa e conquistando la propria popolarità non tanto come esponente del partito fascista ma per i successi ottenuti sui cieli di guerra»,
La Consulta provinciale antifascista cita invece la Costituzione e l’Apologia del fascismo. «Il gerarca fascista Ettore Muti, segretario del Partito Nazionale Fascista dal 1939 al 1940, già violento squadrista all’origine del fascismo e uomo di chiara rilevanza politica nel corso del ventennio – si legge in una nota della Consulta -, fu elevato dal regime a proprio campione bellico nelle guerre imperialiste di Etiopia, Spagna e nella II Guerra Mondiale che di patriottico non avevano alcunché. La commemorazione annuale del medesimo confligge fino a prova contraria con la norma costituzionale e la legge. Si richiede pertanto ed ancora una volta conseguente coerenza ex ante (diffida e divieto) oppure ex post ( procedimento giudiziario) da parte delle Autorità pubbliche preposte considerato anche che quattro esposti furono presentati negli anni passati da un significativo numero di cittadini ravennati e che il vigente regolamento comunale ora vieta celebrazioni del genere sul suolo pubblico».