Ritoccate le tariffe di Azimut, la società controllata da pubblico per fornire servizi cimiteriali: dal loculo alla vestizione, dalla lapide alla fossa
Lpr fornisce un campione dei nuovi prezzi cimiteriali:
- 139 euro pratica burocratica di richiesta di autorizzazione al trasporto e/o al seppellimento;
- 200 euro vestizione e preparazione di una salma nella camera mortuaria;
- 168 euro fornitura e chiusura standard dei rivestimenti di zinco interni alla bara (277 euro fino a 215 cm, 294 euro oltre 215 cm);
- 578 euro fossa in terra per il defunto (di cui 289 per seppellirlo e altrettanti per disseppellirne obbligatoriamente i resti dopo 10 anni, se lo si chiede prima, 140 euro in più);
- 82 euro verifica tecnica per collocare a proprie spese una lapide senza contorno nel campo comune delle fosse, con il contorno 153;
- 2.982 euro loculo in seconda o terza fila;
- 362 euro una celletta;
- 2.019 euro per un metro quadrato di terra nel cimitero di Ravenna (1.733 negli altri, il costo medio per un metro quadrato di terreno edificabile nell’Italia del nord è di 600 euro);
- 2.244 edicola di famiglia a schiera in posizione intermedia;
- 607 euro cremazione.
Dai servizi mortuari, Azimut incassa oltre la metà dei propri ricavi: 6,1 milioni su 11,6 nell’ultimo bilancio approvato. Risulta, nello stesso anno, un risultato positivo complessivo di 1 milione e 78mila euro pari al 9 percento del fatturato, maggiore del 10 percento rispetto all’anno precedente, superiore al budget di 416 mila euro (+63 percento). Percentuale di “guadagno”in linea con quella di tutti bilanci precedenti a partire dal 2012, primo anno di vita di Azimut.
Secondo Alvaro Ancisi, capogruppo di Lpr, «l’aumento del costo della vita non si riflette sui redditi familiari da lavoro o pensione, su cui il “caro defunti” incide totalmente. Anzi li penalizza fortemente nell’anno presente, a causa dell’enorme incremento delle bollette. I Comuni, che sollevano manifestazioni contro il Governo per il proprio “caro bollette”, dovrebbero guardarsi bene dall’infierire essi stessi sulle bollette dei propri cittadini». La gestione di servizi comunali è condotta in regime di monopolio: «Ci pare ingiusto si debbano ricavare utili di questa entità: quasi una sopratassa, giacché i Comuni dovrebbero farsi pagare i servizi che erogano ai cittadini per quello che costano, non per guadagnarci loro stessi e i loro cogestori, soprattutto quando ciò significa aggravare il “caro defunti”. Chiedo dunque al sindaco se intende attivarsi affinché si rinunci, per il 2022, ad imporre un aumento del 3% alle tariffe mortuarie».