venerdì
22 Agosto 2025
Esteri

L’appello di Più Europa: «Serve una mobilitazione concreta contro il regime in Iran»

La sezione di Ravenna chiede alle altre forze politiche di mettere in campo una iniziativa durante le festività per fare pressione sul Governo italiano affinché non resti a guardare. Al teatro si esibisce il celebre pianista Bahrami: «La politica occidentale tace: è bello tagliarsi i capelli, ma non basta»

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316675264 743923777090530 5324532008635012761 NLa sezione ravennate di Più Europa chiede a tutti i partiti e alle altre forze sociali di Ravenna di mobilitarsi nel corso delle prossime feste natalizie – con una veglia, un corteo, un segno unitario di attenzione – per chiedere la sospensione della repressione, della tortura, della violenza e della violazione sistematica dei diritti umani in Iran e per chiedere passi concreti del governo italiano, dell’Unione europa e della comunità internazionale che colpiscano gli interessi economici del regime islamico e non accettino scambi che significhino “chiudo gli occhi perché faccio buoni affari”.

Per lanciare il suo appello, Più Europa ha atteso oggi, 16 dicembre, per cogliere l’occasione nel giorno in cui al teatro Alighieri suonerà il pianista Ramin Bahrami, considerato uno dei più importanti interpreti di Bach con una storia che s’intreccia con le motivazioni di quello che succede oggi in Iran. Bahrami dovette scappare dal Paese a 11 anni, il padre – imprigionato dal regime degli Ayatollah – morì in carcere pochi anni dopo, nel 1991. Il giovane pianista ha recentemente dichiarato: «L’Iran è molto più di un regime criminale, i giovani hanno deciso che è tempo di cambiare (…) I giovani hanno coraggio e dignità. E voglia di cambiamento. Ma la politica occidentale tace: è bello tagliarsi i capelli, ma non basta».

317231623 10160046195389821 1180406716418701992 NSecondo il partito la comunità internazionale non può limitarsi a semplici dichiarazioni, «deve aumentare la pressione per il rispetto dei diritti umani e contro la repressione e i colpevoli dei crimini compiuti». Sono passati 90 giorni dall’uccisione di Mahsa Amini, continuano le condanne a morte, le torture e le brutalità da parte del regime; eppure non si spegne la protesta popolare.

«Questa sera tanti ravennati applaudiranno il genio musicale di Bahrami, nelle stesse ore sarà probabilmente eseguita la condanna a morte di Mehdi Karami, costretto a confessare dopo torture crimini che non può aver commesso. È sempre di oggi la notizia della liberazione, grazie anche al sostegno internazionale, di Sonia Sharifi. La situazione è in movimento e ore le persone devono farsi sentire».

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