Bufera sulla Regione: «La valutazione dell’Agenzia per l’Ambiente non è più dovuta»

Associazioni ambientaliste contro la delibera del 7 agosto che depotenzia la Valutazione della Sostenibilità Ambientale

Ha fatto discutere in queste ultime settimane la notizia del depotenziamento di uno degli strumenti di valutazione principale dei piani urbanistici: la Valsat, la Valutazione preventiva della Sostenibilità Ambientale e Territoriale. Una delibera della giunta regionale dello scorso 7 agosto chiarisce infatti che l’istruttoria di Arpae, l’organo che istituzionalmente esprime le necessarie competenze nelle discipline ambientali, «ai fini del rilascio del parere motivato di Valsat da parte della Città metropolitana di Bologna e delle Province non è dovuta».

Un modo, di fatto, per togliere all’Agenzia ambientale regionale la competenza a pronunciarsi sui piani urbanistici comunali.

Sul tema, il direttivo regionale di Italia Nostra ha inviato una lettera al presidente della Regione Stefano Bonaccini, in cui l’associazione ambientalista si dice preoccupata, chiedendo di revocare la deliberazione agostana «per riaffermare la doverosa osservanza della legge che sfida quella di ogni altra regione nel perseguito intento di chiudere per sempre con il consumo di suolo».

«La valutazione ambientale e territoriale prevista per i piani urbanistici – si legge in una nota di Legambiente Emilia-Romagna – costituisce uno strumento assolutamente utile per comprendere gli impatti dei processi di trasformazione del territorio. Nonostante ciò, si tratta di uno strumento che finora è stato quasi sempre considerato una parte trascurabile dei piani. La scelta della Giunta regionale di indebolire – se non addirittura rendere facoltativa – l’espressione del parere di Arpae, inerente la dimensione degli impatti ambientali, appare sostanzialmente incomprensibile: occorrerebbe al contrario rafforzare lo strumento della Valsat, rendendolo realmente efficace nell’orientare la valutazione dei decisori politici». Uno strumento – sottolinea Legambiente – «che già allo stato attuale è tutt’altro che incisivo nella riduzione degli impatti ambientali della pianificazione del territorio: è difficile, infatti, trovare una Valsat che dia un giudizio negativo sui piani urbanistici proposti dai Comuni, giudizio che viene espresso in tale contesto dalla Provincia di riferimento, autorità competente per il rilascio del parere di Valsat. La difficoltà nell’esprimere pareri negativi sui piani urbanistici comunali è d’altra parte inevitabile se si considera che tale parere viene dato da un ente pubblico, la Provincia appunto, che è espressione degli stessi sindaci del territorio».

Legambiente ritiene comunque «sia necessario un chiarimento sui contenuti della delibera del 7 agosto».

Delibera che secondo Michele Bonforte, coordinatore regionale di Sinistra Italiana – che parla di colpo di mano – «è una scelta miope e incomprensibile.  Si vuole sminuire il giudizio tecnico dell’Arpae rispetto alle iniziative della politica sul governo del territorio, rendendo facoltativo un parere che fino ad oggi è obbligatorio. Il tutto per accontentare alcune amministrazioni che richiedono poca intromissione da parte dei tecnici. Così si toglie l’unico elemento di terzietà al processo di valutazione della sostenibilità ambientale e territoriale. Ora i sindaci giudicano se stessi.  Questa discussione che va fatta in Consiglio, attraverso una modifica di legge, non può essere l’interpretazione della legge da parte della Giunta.  Sembra che  l’alluvione non ci abbia insegnato niente. Se togliamo i controlli ambientali non abbiamo capito nulla di quello che è successo».

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