«All’Omc un ambientalismo di facciata: l’obiettivo è ritardare la decarbonizzazione»

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Marina Mannucci, attivista, ricercatrice e pubblicista ravennate nel campo dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, dei diritti civili e delle discriminazioni razziali e di genere.

Marina Mannucci

L’artista Federico Ferroni con la sua scultura Teodora

Il 26 ottobre si è concluso l’Omc (Offshore Mediterranean Conference) Med Energy Conference & Exhibition, che ha visto riuniti a Ravenna i principali attori dell’energia per partecipare al dibattito sull’evoluzione del settore energetico. Una “giusta transizione”, il tema individuato dagli organizzatori per questa edizione 2023.

Ravenna è stata trasformata per tre giorni – a dire dei promotori – «nel principale hub di dibattito sull’energia del Mediterraneo, punto di incontro tra Nord e Sud del mondo. Dove costruire soluzioni concrete e creare nuovi modelli di business che puntino alla transizione energetica e assicurino la sicurezza energetica, la competitività e la sostenibilità».

Nel frattempo, sono continuati anche i lavori per l’arrivo della nave rigassificatrice “BW Singapore”, che darà un valido contributo al peggioramento della qualità dell’aria, all’aggravamento del surriscaldamento globale e al rischio incidenti.

Un’“accurata” promozione su tutti i mezzi di comunicazione del suddetto vertice del settore Oil & Gas abbonda di espressioni ridondanti come transizione ecologica, decarbonizzazione e sostenibilità. Un ambientalismo di facciata, ampiamente supportato dagli organi d’informazione, che ha sorvolato sul fatto che le emissioni climalteranti sono in buona parte correlate alle attività estrattive e a tutta la filiera dell’utilizzo delle fonti fossili, glissando sulla proposta di uno stop ai sussidi che, con sperpero di denaro pubblico, garantiscono risorse, profitti e potenza alle aziende protagoniste dell’estrattivismo. Si è tralasciato di approfondire come il calo di consumo di gas renda inopportuni e privi di senso investimenti in nuove strutture metanifere. Affrontare seriamente il tema di una “giusta transizione”, poteva essere l’occasione per promuovere una produzione energetica globale – trasferita dall’ambito del profitto a quello dei beni comuni – decentrata, diffusa, controllata e governata anche dal basso, unica alternativa alle tensioni geopolitiche che stanno interessando aree sempre più vaste del Pianeta. È noto come la maggior parte delle compagnie petrolifere e del gas utilizzino tecniche di marketing per convincere opinione pubblica e consumatori di essere rispettose dell’ambiente. La promozione di questo storytelling si concretizza attraverso la sponsorizzazione di iniziative di vario tipo. Stampa, televisione, social media, eventi sportivi e culturali, perfino percorsi formativi all’interno di istituti scolastici e atenei, sono “comprati” dalle oil & gas company, con l’obiettivo di ritardare il processo di decarbonizzazione. “Nega, ritarda e inganna” sono i pilastri della disinformazione climatica.

Per sfidare il gergo, il linguaggio e l’approccio culturale di massa, che ha caratterizzato la maggior parte dell’informazione mediatica di questo evento, a Ravenna, nelle stesse date in cui si è tenuto il vertice Omc, è stato realizzato un fitto programma di iniziative promosse dalla Campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile, insieme alla Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna, al Gruppo Energia per l’Italia e alla Rete No Rigassificatori No Gnl, con l’adesione e la partecipazione di numerose realtà ambientaliste di base dei territori limitrofi e anche di zone più lontane, di soggetti dell’elaborazione femminista come l’Associazione Femminile Maschile Plurale e la Casa delle donne di Ravenna. Il 24 mattina, durante il presidio all’apertura dell’Omc davanti al Pala De André, l’artista Federico Ferroni ha sfilato in testa al corteo con la sua scultura, una Teodora scolpita nel tronco di un vecchio albero rinvenuto sulle rive del nostro mare (in mostra alla galleria MAG di via Mazzini fino al 26 novembre), che ha infangato davanti a tuttə prima di arrivare al punto del presidio, in segno di protesta, nel ricordo dell’alluvione e come monito di quello che potrebbe ancora accadere. Quella stessa mattina, gli artisti Aziz Sydygaliev e Elizaveta Sineva, iscritti al biennio di Mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, hanno installato un’opera pubblica alla Rocca Brancaleone, dal nome “Balance in landscape”, che rappresenta una riflessione sull’importanza e la fragilità del nostro suolo. Nel pomeriggio dello stesso giorno, presso il Polo delle Arti, è stato presentato il libro di Mario Pizzola “La sporca Pace”, dove l’autore ha messo a fuoco i rapporti che intercorrono tra estrattivismo, armamenti e guerre. Nei giorni successivi, in un convegno articolato in tre sessioni tematiche, docenti universitari/e, scienziate/i, attiviste/i hanno parlato di crisi climatica, gestione del territorio e delle possibili alternative.

Un gruppo di studentesse dell’Università di Bologna, Campus Ravenna, Laurea Magistrale in International Cooperation on human rights and intercultural heritage, Corso di Cooperazione e Patrimonio Interculturale che ha collaborato molto attivamente alla progettazione e realizzazione delle iniziative, così si raccontano: «Durante il nostro intervento abbiamo portato il discorso a un livello umanistico, sottolineando l’importanza dell’unione sociale nel fare fronte alla crisi climatica. Unione intesa anche come inclusione, non solo di chi già lotta. Abbiamo per questo deciso di coinvolgere lə cittadinə di Ravenna che ancora non erano a conoscenza delle conferenze attraverso un quiz interattivo. Grazie a un approccio orizzontale, divertente e coinvolgente abbiamo stimolato il dialogo su problematiche generali e locali tra cui rigassificatore, alluvioni, estrattivismo e cambiamento climatico. Siamo uscite da questa esperienza con tanta gratitudine per chi ci ha accolto così bene qui a Ravenna e anche con la voglia di rendere la lotta non solo sempre più forte ma anche completamente inclusiva».

Una settimana intensa, un buon numero di partecipanti al presidio, tante le persone agli incontri (registrazioni degli eventi sulla pagina FB del Coordinamento Ravennate per il Clima Fuori dal Fossile e su YouTube).

Marina Mannucci

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