Le elezioni amministrative del weekend 8-9 giugno riguardavano 14 comuni in provincia di Ravenna dove, oltre ai sindaci, sono stati eletti anche i 196 componenti dei consigli comunali. La composizione è stata decretata sulla base delle preferenze espresse sulle schede. In base a quanto emerso dalla ripartizione dei seggi tra le forze politiche, si possono sottolineare due aspetti: c’è un po’ più parità di genere e Lega e Movimento 5 Stelle di fatto scompaiono dai tre comuni sopra i 15mila abitanti dove è possibile presentarsi con il proprio simboli di partito.
Questione di genere
L’esito delle elezioni comunali 2024 in provincia di Ravenna migliora lo scenario di cinque anni fa per quanto riguarda la parità di genere. I rappresentanti degli elettori si avvicinano un po’ di più al cosiddetto paese reale.
La sintesi è mostrata dal grafico in questa pagina. I 123mila aventi diritto al voto nei 14 comuni erano in maggioranza donne (non è disponibile il dato della distribuzione donne-uomini tra chi ha effettivamente esercitato il diritto) ma i 196 consiglieri comunali erano uomini per il 61 percento. Ora invece la percentuale si abbassa di due punti. Da notare che i candidati in totale erano ben 869 e la ripartizione uomini-donne era ancora più equilibrata (55-45 per gli uomini). Va ricordato che sulla scheda era possibile esprimere due preferenze ma di genere diverso.
Nulla cambia, invece, nella ripartizione per quanto riguarda i sindaci. Si partiva da 11-3 in favore degli uomini e si resta così. Anche se sono cambiati i nomi: Paola Pula (Conselice) e Eleonora Proni (Bagnacavallo) sono state sostituite da uomini, ma Elena Zannoni (Lugo) e Maria Diletta Beltrani (Solarolo) prendono il posto di uomini. Valentina Palli (Russi) conserva la sua poltrona. Ora è tempo di comporre le giunte: i 59 assessori uscenti erano in maggioranza donne.
La Lega crolla da 15 consiglieri a 1 nei comuni più grandi
Il crollo della Lega alle elezioni comunali è mostrato anche dal numero dei rappresentanti nei municipi. Prendendo in esame i tre comuni sopra ai 15mila abitanti (gli unici in cui potevano comparire i simboli dei singoli partiti), il Carroccio si trova a passare da un totale di 15 consiglieri a uno solo (Lugo). Per il partito di Salvini è particolarmente pesante il dato di Cervia, la località del Papeete, della festa leghista di agosto e delle vacanze del ministro: cinque anni fa cinque consiglieri (contando anche il candidato sindaco Dino Cellini) e oggi invece nessun eletto. Scomparsi del tutto dai radar anche i grillini: nel 2019 l’M5s aveva due rappresentanti (uno a Cervia e uno Lugo, in entrambi i casi correva da solo con il proprio candidato sindaco) mentre oggi, entrato nelle coalizioni di centrosinistra, non è riuscito a eleggere nemmeno un rappresentante.
Nella ripartizione dei 56 seggi ora pianta una bandierina Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni conta 7 consiglieri (almeno due in ognuno dei tre municipi in esame) e ora è il primo partito di opposizione. Anche se non si può trascurare il dato dei civici di centrodestra: 9 consiglieri di cui 4 a Cervia con la lista di Massimo Mazzolani che raccoglie il 19,7 percento e 4 seggi.