martedì
17 Giugno 2025
ambientalisti

«Conferenza sul clima di Baku, ancora una fiera-mercato dei lobbisti dei fossili»

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Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giuseppe Tadolini del coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” sulla Cop 29, la Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è svolta a Baku, in Azerbaijan, dall’11 al 22 novembre.

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«Per la terza volta consecutiva il vertice si è svolto in uno degli “stati fossili” per eccellenza (dopo l’Egitto e Dubai), e ancora una volta abbiamo assistito alla commedia di queste conferenze sul clima, che si replicano da trent’anni, nelle quali sembra che lo sforzo principale sia di studiarle tutte per rallentare il più possibile la transizione energetica e la fuoriuscita dalle fonti fossili. Mentre quello che dovrebbe essere l’oggetto vero (come uscire dall’emergenza climatica e ambientale) viene trascurato al punto da apparire un fastidioso dettaglio. Nell’introdurre la 29esima edizione il Presidente del paese ospite ha dichiarato candidamente che i combustibili fossili “sono un dono di Dio”. D’altronde, il pubblico presente era più che accondiscendente: pochi “leader” mondiali e un esercito di lobbisti dei fossili che anche questa volta hanno fatto della conferenza una sorta di fiera-mercato, esclusivamente per curare i loro affari. Le presenze italiane erano quelle di Eni, Snam, Saipem, Enel, Edison, e altri. Più o meno tutti a sostenere l’intervento fugace della Presidente del Consiglio, che naturalmente non ha perso l’occasione per schernire quello che lei chiama l’ambientalismo “ideologico”. Perché Giorgia Meloni sarebbe invece “pragmatica”, che a quanto pare vuol dire fare tutto il contrario di ciò che andrebbe fatto, guardandosi bene dal cominciare a ridurre impianti e strutture fossile-dipendenti, procedere nel modo giusto verso l’implementazione delle rinnovabili, varare una vera riforma della mobilità, mettere in discussione un modello agroalimentare devastante, e tanto altro ancora. E poi, neanche a dirlo, c’è sempre il redivivo nucleare: quello da fusione, che non esiste (la promettono da decenni), e fissione, con la promessa dei mini-reattori, di cui si parla tanto, che alla fine non avrebbero alcun vantaggio rispetto ai vecchi reattori “grandi”, anzi servirebbero solo a diffondere molto di più i rischi del nucleare nel suo insieme. E l’altro grande imbroglio, che a Ravenna ci riguarda da vicino, quello della cattura del carbonio, a costi esorbitanti e con risultati, per quanto ci dice l’esperienza maturata in tutto il mondo, che definire deludenti è un eufemismo. Ma la Presidente Meloni, con il “piano Mattei” e con le diverse scelte dettate dai colossi dell’estrattivismo, sta tutt’ora puntando tutto sul gas, che è un fossile anche più pericoloso del carbone, e del quale non si farà a meno, fino all’ultimo metro cubo. Questo è il suo pragmatismo».

«Il problema è che da questa postura non si discosta più di tanto neppure la gran parte della politica “progressista”, se è vero che – per esempio – l’ormai ex sindaco di Ravenna e ora Presidente della Regione Michele de Pascale insiste nel voler protrarre a tempo indeterminato l’idillio con Snam ed Eni, e portare avanti, costi quel che costi, tutti i progetti che stanno trasformando il nostro territorio in una vera e propria zona di sacrificio, a beneficio solamente dei profitti dei colossi estrattivi. Intanto, continua a consumarsi la tragedia degli uragani che sconvolgono il pianeta, dei diluvi che travolgono ripetutamente intere regioni, della temperatura ormai invivibile di molti paesi, dello scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, che comporterà l’aumento del livello dei mari fino a sommergere città e campagne, degli incendi che devastano foreste e ogni forma di vita. Con l’inevitabile conseguenza dei milioni di esseri umani costretti ad abbandonare le proprie terre, senza per altro sapere dove andare.

«Dai Governi c’è da aspettarsi ben poco. Sempre più è evidente che la questione deve essere presa in mano da chi è veramente interessato a una vera svolta. Bisogna moltiplicare le mobilitazioni e le prese di parola, creare organizzazione, rivendicazioni, progetti, programmi, che vadano dagli stili di vita, alla riduzione degli sprechi e dei consumi superflui, e si arrampichino fino alla politica per rivendicare, fra le altre cose, una profonda riforma del sistema energetico, che deve assolutamente trasferirsi dall’ambito del profitto a quello dei beni comuni. È una corsa contro il tempo, nella quale ognuno deve fare la sua parte, senza ipocrisie o calcoli di interesse. Nella primavera del prossimo anno, a Ravenna, ancora una volta si terrà il vertice detto Omc, dove su scala un po’ più ridotta si ripeteranno i riti fieristici delle conferenze Cop. Vogliamo e dobbiamo organizzare delle vere giornate di “controvertice”, per proporre un altro mondo possibile. È necessario».

Giuseppe Tadolini,
Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” 

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