
«Non siamo soddisfatti della risposta ricevuta dal Governo, che di fatto conferma il declassamento dell’ufficio doganale di Ravenna. Una decisione che ignora la strategicità del nostro porto e gli investimenti in corso». Così l’onorevole ravennate del Pd Ouidad Bakkali, intervenendo alla Camera dei Deputati sull’interpellanza urgente relativa al declassamento dell’ufficio doganale di Ravenna dalla prima alla terza fascia.
L’interpellanza, sostenuta da un ampio fronte istituzionale e sindacale, ha evidenziato le gravi conseguenze che la riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli potrebbe avere sulla competitività e sull’operatività del porto ravennate. «Non si tratta di un’allucinazione collettiva, ma di una preoccupazione concreta espressa da sindacati, associazioni di categoria, Regione, Comune e Camera di Commercio», ha sottolineato Bakkali.
Il sottosegretario competente ha difeso la riorganizzazione dell’Agenzia, spiegando che la nuova classificazione deriva da un algoritmo di valutazione basato su criteri oggettivi. Tuttavia, non è stata data alcuna rassicurazione concreta sulle ricadute pratiche della misura, né sulla possibilità di una revisione in tempi brevi. Nella sua replica, Bakkali ha ribadito l’insoddisfazione per una risposta che di fatto conferma il declassamento, ignorando le criticità espresse dalle istituzioni e dagli operatori del settore.
«Abbiamo appreso che possa esserci una revisione, ma che questa avvenga ogni tre anni per noi è fuori tempo massimo. Il porto di Ravenna sta affrontando investimenti cruciali per il futuro e questa decisione non tiene conto della sua strategicità, in particolare in campo energetico. Chiediamo che il governo sospenda immediatamente questo provvedimento e lo riveda con criteri più adeguati alla realtà operativa».
Bakkali ha inoltre sottolineato che l’annunciato incremento dell’organico, comunicato dal direttore dell’Agenzia delle Dogane nella giornata di ieri, è un fatto positivo ma non conseguenza di questa riorganizzazione:
«Da anni chiediamo un potenziamento del personale per un ufficio che opera in condizioni di sotto-organico, ma resta il nodo centrale: non conosciamo ancora gli effetti concreti di questo declassamento sulle attività doganali di Ravenna. Il governo non può ignorare il rischio che questa scelta penalizzi l’efficienza, la sicurezza e la competitività del nostro porto».