lunedì
30 Giugno 2025
istituzioni

Autonomia differenziata, la Regione Emilia-Romagna ritira la proposta

Il presidente De Pascale: «Lo avevo annunciato in campagna elettorale. Lavoreremo per un'amministrazione di prossimità»

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MICHELE DE PASCALE

«La Regione Emilia-Romagna ritira la proposta di autonomia differenziata, una scelta che avviene in totale trasparenza, dato che lo avevamo già indicato durante la campagna elettorale». Ad annunciarlo, intervenendo in Assemblea Legislativa, il presidente della Regione, Michele de Pascale, che ha aperto la discussione in Aula sul tema dell’Autonomia differenziata in base all’articolo 116 della Costituzione, procedura avviata in Emilia-Romagna nel 2017.

«Non azioneremo quella leva, perché trovo sia la strada sbagliata. E quindi non lo dico in tono polemico verso il Governo – ha spiegato de Pascale -. Lavoreremo, invece, per un’autonomia amministrativa e funzionale a realizzare un’amministrazione di prossimità, che avvicini il momento decisionale ai cittadini, e penso soprattutto alle sindache e ai sindaci dell’Emilia-Romagna: se di autonomia vogliamo parlare, deve vedere come protagonisti assoluti Comuni e Province, che sono i veri enti di prossimità».

L’auspicio del presidente della Regione è che questo percorso «possa essere trasversale e coinvolgere altre Regioni, anche perché penso sia chiaro ormai a tutti che non ci sarà alcuna autonomia differenziata. Ormai l’autonomia differenziata viaggia su un binario morto, un rigoroso e serio piano B deve essere un tavolo per la riforma del Titolo V».

Dunque, ha concluso de Pascale, «penso che in questo Paese non serva maggior autonomia legislativa, serve invece avvicinare l’amministrazione al territorio e si può fare con una legge ordinaria. Sarebbe molto intelligente riprendere in mano il Titolo V, capire se ci sono competenze che lo Stato dovrebbe riprendere, così come valutare se possano esserci, invece, altri ambiti che potrebbe aver senso devolvere».

Una decisione che ha provocato, come prevedibile, le critiche dell’opposizione e del centrodestra. Tra gli altri, Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ricorda che «l’Emilia-Romagna si era accodata a Veneto e Lombardia con istanze autonomiste e Bonaccini arrivò addirittura a firmare un accordo preliminare con il governo Gentiloni, un’intesa con sedici materie. Poi nel 2023, con l’avvento di Elly Schlein alla guida del Pd, c’è stato il “contrordine”: così il Pd si riscopre anti autonomista e, oggi, assistiamo in Assemblea a un’evidente inversione a “U”: così si prendono in giro gli emiliano-romagnoli».

Il segretario della Lega Romagna, il deputato Jacopo Morrone, ha dichiarato: «De Pascale ha toppato un’altra volta: non è riuscito a giustificare con cognizione di causa la scelta di recedere dalla strada riformista dell’autonomia differenziata sconfessando perfino la riforma del Titolo V prevista dalla legge costituzionale 3/2001 fortemente voluta dal Pd, approvata a colpi di maggioranza da un Governo di sinistra e rimasta inattuata. De Pascale, contrariamente a ogni aspettativa, mostra sempre più di essere un conservatore legato allo status quo. La scommessa da vincere, al contrario, è quella di offrire la possibilità a tutte le Regioni di avere nuovi strumenti e opportunità insieme a nuove responsabilità. Dunque, semmai è la Regione Emilia-Romagna, come organismo amministrativo, a viaggiare su un “binario morto” rifiutando quella maggiore autonomia che potrebbe consentire alle Regioni di gestire al meglio le risorse, di innovare e dare più servizi oltre ad assumersene la responsabilità e a rispondere direttamente ai cittadini dei risultati. E forse è proprio questo a spaventare De Pascale, meglio non lasciare la strada vecchia per la nuova».

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