«Si lavora concretamente per vincere alle prossime amministrative. Il nostro progetto è aperto a tutte le forze veramente interessate a costruire un’amministrazione alternativa alla sinistra a Ravenna». Sono parole del deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, all’indomani della cena elettorale organizzata sabato 22 febbraio a sostegno della candidatura di Alvaro Ancisi a sindaco di Ravenna. La coalizione comprende, oltre al Carroccio, anche il Popolo della Famiglia e Lista per Ravenna, il movimento civico di centrodestra fondato da Ancisi. «Come prima uscita è andata molto bene, un grande successo al di là delle aspettative – commenta Morrone -. Ho visto un grande entusiasmo e tanta partecipazione».
Il primo appuntamento di campagna elettorale per Ancisi è arrivato poche ore dopo l’apertura della campagna elettorale del favorito, Alessandro Barattoni del Pd.
Morrone ha la ricetta per attrarre consenso: «Le battaglie politiche di facciata, solo a caccia di voti ma senza l’obiettivo di lottare per il cambiamento, non convincono più gli elettori. Ci vogliono testa, cuore e coraggio per battere una coalizione di sinistra che, pur pesantemente radicata in tutti i centri di potere locali, mostra limiti politici e di visione molto seri che non possono che penalizzare economia e rilancio del territorio ravennate. Il miope conservatorismo elettorale che abbiamo visto in alcuni comuni romagnoli dove le urne hanno premiato i soliti partiti di sinistra non sta dando buoni frutti: i nodi stanno venendo al pettine».
Il leghista accusa Pd e alleati di posizioni ambigue e irresponsabili su sicurezza, degrado, accoglienza senza limiti, dirittismi vari, fondamentalismo green, tassazione, iperburocratizzazione: «La loro estraneità rispetto alla vita reale dei cittadini e alla maggioranza dell’opinione pubblica dovrebbero suggerire la necessità di una sana democrazia dell’alternanza come accade ovunque nei paesi liberaldemocratici. È davvero paradossale che in Emilia-Romagna, se si eccettuano alcuni casi felici come Forlì, il sistema democratico sia di fatto bloccato da decenni, con Pd e alleati che utilizzano qualunque modalità per rimanere al potere nonostante la profonda involuzione e la regressione che ne caratterizza le politiche da alcuni anni».