La rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) del Comune di Ravenna (in una nota congiunta firmata anche da Cgil, Cisl, Uil e Sulpl) entra nel dibattito sulla sicurezza, precisando quale sia il ruolo della polizia locale, finita spesso nel dibattito politico di queste settimane. «Le funzioni di ordine pubblico – si legge in una nota -, inclusi i controlli per la prevenzione e repressione dei reati e il contrasto al degrado urbano, sono assegnate in via principale alla Polizia di Stato e all’Arma dei Carabinieri, con la Guardia di Finanza che si occupa anche della polizia economico-finanziaria. Agli agenti di Polizia Locale, pur avendo un ruolo nell’ampia materia dell’Ordine Pubblico, è riconosciuta la qualifica di Ausiliari di Ordine Pubblico in quanto svolgono una funzione complementare e di supporto alle Forze dell’Ordine Statali, quando necessario».
A Ravenna – sottolineano i sindacalisti – «gli uomini e le donne della Polizia Locale sono comunque quotidianamente impegnati in servizi di contrasto al degrado urbano, prevenzione del consumo e spaccio di sostanze stupefacenti, e prevenzione e repressione dei reati in aree critiche. Inoltre, è importante ricordare che la Polizia Locale svolge compiti unici e spesso prevalenti in ambiti come la polizia edilizia, i controlli per la tutela del consumatore, la polizia ambientale e il benessere animale».
I sindacati cercano definiscono inoltre fuorviante l’affermazione che “su circa 200 agenti, solo 72 sono destinati ai servizi di controllo del territorio”, pur non smentendo i numeri. «Questo non significa che gli altri componenti del corpo siano esclusivamente impiegati in attività amministrative o di sportello – continua la nota -. Semplicemente, svolgono altre funzioni, molte delle quali prevedono un servizio esterno giornaliero per controlli specifici o interventi su segnalazione di cittadini e altri enti, la gestione di pratiche complesse e delicate come per esempio quelle riferite a incidenti stradali gravi o mortali. Riteniamo un grave errore affermare che gli agenti del Corpo di Polizia Locale sono più negli uffici che sulla strada: la Rsu e le organizzazioni sindacali contestano fermamente tale nozione e qualsiasi insinuazione simile».
La proposta emersa dall’ordine del giorno dell’opposizione di sostituire il personale con funzioni puramente amministrative per consentire a più agenti di prendere parte ai servizi di controllo del territorio «non tiene conto della complessità organizzativa. Tra le fila della Polizia Locale – termina la nota – infatti vi sono agenti con esperienza decennale, e in alcuni casi, per eventi legati al servizio o meno, possono esserci esenzioni dal servizio esterno. È fondamentale considerare che numerosi atti amministrativi gestiti dalla Polizia Locale sono possibili proprio grazie alle qualifiche specifiche conferite dalla legislazione, e non possono essere svolti da personale privo di tali qualifiche».
Parallelamente, i sindacati evidenziano «la grave situazione occupazionale in cui versano le Forze dell’Ordine dello Stato. Il Ministero competente, di fatto, sembra negare le risorse necessarie a renderle pienamente operative sul territorio. Questa carenza di organico e mezzi nelle Forze dell’Ordine Statali ha un impatto diretto sulla sicurezza complessiva del territorio e sul carico di lavoro della Polizia Locale, che si trova spesso a coprire ambiti che non rientrano primariamente nelle sue competenze. L’operato quotidiano di lavoratori e lavoratrici della Polizia locale che, pur con minori tutele e minor retribuzione rispetto alle forze dell’ordine statali, è al servizio della cittadinanza non può e non deve essere strumentalizzato né sminuito».