«Chi ha la fiamma nel simbolo, la parola antisemita non la può pronunciare. Quella fiamma che è la testimonianza della pagina più buia di antisemitismo e di razzismo della storia del nostro paese».
Lo ha detto, dal palco della festa dell’Unità di Ravenna, il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, accanto alla segretaria del Pd Elly Schlein, davanti ad alcune centinaia di persone. «Le parole di condanna della presidente del Consiglio Giorgia Meloni rispetto a quello che sta succedendo a Gaza sono peggio di quelle di Trump – ha poi aggiunto de Pascale (citiamo un’agenzia dell’Ansa) -. Perché quando si ha un’idea e l’idea è che tutto sommato non gliene frega niente di quello che sta accadendo a Gaza, forse è più sincero dirlo rispetto ad esprimere parole di condanna e poi non fare assolutamente nulla, perché quello che sta facendo Meloni e anche Von der Leyen rispetto a quello che sta accadendo a Gaza, è niente».
«Anche sui temi della politica estera dobbiamo segnare un cambiamento – dice – perché se noi diciamo che il programma di riarmo europeo e il portare le spese militari al 5% è insostenibile e sbagliato ci danno degli hippy, poi se lo dice Draghi la gente si spacca i polsi per applaudire».
De Pascale interviene anche sul tema immigrazione. «Questa legislatura – spiega – si concluderà con più sbarchi di quella precedente. Piantedosi ha rivendicato che in aggiunta agli sbarchi, che questo governo ha previsto nei 6 anni decreti flussi per oltre un milione di ulteriori immigrati. Se la stessa cosa l’avesse fatta un governo a guida Pd, quale sarebbe stata la posizione di Meloni e Salvini? Avremmo avuto le proteste in ogni piazza, avremmo fatto fatica a frequentare qualsiasi bar italiano. Questo governo non solo sta tradendo i bisogni del paese, ma sta anche tradendo le promesse che ha fatto ai suoi elettori».
Anche la segretaria Schlein, naturalmente, ha toccato il tema della Palestina. «L’Italia interrompa la collaborazione militare con il governo israeliano», ha detto tra le altre cose, parlando poi anche più direttamente ai “suoi”: «Noi abbiamo un dovere che è quello dell’unità, ce lo chiede la nostra gente», assicurando che è al lavoro «per costruire un fronte delle forze politiche alternative per battere e dare una speranza a questo paese» e indicando cinque priorità: «Sanità pubblica, scuola pubblica, lavoro, politiche industriali, diritti civili e sociali insieme».
Le foto sono di Massimo Argnani.