L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro settentrionale interviene con una nota inviata alla stampa per rispondere alle accuse di questi giorni relative al presunto transito di armi dirette in Israele dal porto di Ravenna e il progetto Undersec che vede l’ente collaborare con lo stesso Israele. Casi arrivati anche in parlamento in seguito a un’interrogazione della deputata Ouidad Bakkali e di cui ha parlato il sindaco nella sua recente lettera al ministro Salvini.
«L’attività di controllo sulla natura della merce che transita nel porto – si legge nella nota di Ap – è demandata ad altri soggetti che la esercitano nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente (ad esempio la Legge n. 185/1990 relativamente alle spedizioni di armi dall’Italia o destinate all’Italia). Con riguardo a tali procedure, l’Autorità di Sistema Portuale non riceve alcuna informazione né preventiva, né successiva».
Per quanto riguarda invece il progetto Undersec, «l’obiettivo principale del progetto è lo sviluppo di un sistema prototipale avanzato per migliorare la sicurezza subacquea delle infrastrutture portuali garantendo la sicurezza di imprese, lavoratori e cittadini. La fine del progetto è prevista il 30 settembre 2026 ed alla data attuale è stata completata oltre metà delle attività previste. Il progetto ha recentemente superato senza alcun rilievo l’Interim Review da parte dei consulenti indipendenti della Commissione Ue. Le attività affidate all’Autorità di Sistema Portuale nell’ambito dell’iniziativa riguardano lo sviluppo di sistemi digitali in grado di simulare la rilevazione e la successiva risposta ad eventi significativi nel campo della sicurezza subacquea; per tali attività, l’Autorità dispone di un budget di 100.000 euro (pari all’1,6% del budget complessivo del progetto) interamente finanziato dal programma Horizon Europe».
L’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna, «in ragione dell’evoluzione dello scenario geopolitico internazionale nonché delle segnalazioni pervenute, ha seguito in questi mesi con grande attenzione le vicende che hanno riguardato tale progetto, con particolare riferimento al rispetto delle normative nazionali ed europee, approfondendo ogni criticità con il soggetto coordinatore e con il Responsabile delle attività di Coordinamento, Amministrazione, Comunicazione e Gestione Etica. In proposito, dietro specifica richiesta dell’Autorità di Sistema Portuale, è stato garantito che l’iniziativa non ha alcuna finalità di produzione di armamenti o strumenti bellici. Nel doveroso rispetto degli impegni contrattuali, amministrativi e finanziari già assunti con la sottoscrizione del Grant Agreement, l’Autorità di Sistema Portuale, salvo diverse direttive che dovessero sopraggiungere da parte delle competenti istituzioni europee e/o nazionali, è tenuta a proseguire nel completamento del progetto, garantendo comunque l’attivazione di tutte le misure atte a vigilare sull’iniziativa nonché a massimizzare la sicurezza del porto, anche in contatto con gli organismi istituzionali a ciò deputati».
Da ultimo, «si ritiene doveroso sottolineare che la cyber security degli ambiti di competenza dell’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna non è affidata ad alcuna società israeliana e le attività prevalenti sono svolte attraverso Convenzioni e Accordi Quadro stipulati, come previsto per le Pubbliche Amministrazioni, tramite le piattaforme di acquisto regionali e statali, nel rispetto delle leggi vigenti e in piena trasparenza».