Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti del territorio di Ravenna esprimono in una nota inviata alla stampa «il proprio dissenso sulle vicende di questi giorni, in relazione alla narrazione che li vede coinvolti in merito al transito di armi e al programma europeo Undersec».
Già in passato – ricordano i sindacati – «i lavoratori portuali di Ravenna si sono schierati apertamente in opposizione ad ogni sorta di guerra – facendosi promotori di azioni concrete di mobilitazione – dimostrando il proprio impegno verso la pace. In questa ottica esprimono alle istituzioni la loro totale contrarietà all’utilizzo del porto di Ravenna per finalità di transito di armamenti, componenti e/o materiali utili alla produzioni degli stessi; esprimono medesima contrarietà all’ospitare nel porto di Ravenna la sperimentazione di “sistemi di sicurezza” con possibili utilizzi dal punto di vista militare. Oggi, a fronte di quanto sta avvenendo nei territori palestinesi, con quello che non si può non definire un genocidio, la presa di posizione non può che essere ferma e netta».
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiedono a tutti i soggetti coinvolti «di impedire l’imbarco, lo sbarco e il transito di qualsiasi tipo di armamenti, componenti e/o materiali utili alla produzione degli stessi, preannunciando fin da ora che metteranno in campo tutte le risorse possibili per vigilare e controllare che quanto richiesto venga rispettato. Le lavoratrici e i lavoratori del porto pretendono di sapere e di poter scegliere se far azioni di obiezione di coscienza e/o mobilitazione quando con il loro lavoro, rischiano di essere complici di azioni di guerra con uccisione di donne e bambini. Qualora questo non fosse rispettato, preannunciano fin da ora, che metteranno in campo tutte le azioni necessarie di sensibilizzazione ed eventuale mobilitazione della cittadinanza e di tutto il personale del porto».
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiedono anche «a tutte le istituzioni preposte, europee, nazionali e locali, che prendano le decisioni necessarie per il blocco, con uscita immediata dell’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna dal progetto Undersec finanziato dal programma Horizon Eu, in quanto tra i soggetti coinvolti e presente anche il Ministero della difesa di Israele, artefice della distruzione e del genocidio di Gaza».
Infine, i sindacati «esprimono tutta la loro solidarietà e vicinanza alla missione umanitaria della Global Sumud Flottilla: rompere l’assedio e l’embargo alimentare nei confronti della popolazione civile palestinese è doveroso e indispensabile, e non può non coinvolgere tutti/e lavoratori e lavoratrici, cittadini e cittadine preannunciando, nel caso dovessero essere messe in atto azioni aggressive nei confronti della flotta o degli equipaggi della stessa, che metteranno in campo tutte le azioni necessarie di sensibilizzazione ed eventuale mobilitazione della cittadinanza e di tutto il personale del porto».