Si è svolta davanti allo stadio di Ravenna una conferenza stampa-appello aperta al pubblico – promossa dalla lista Ravenna in Comune e dall’ex candidata a sindaca Marisa Iannucci – per contestare la scelta di giocare le due partite fra Italia e Israele valevoli per le qualificazioni ai Mondiali di calcio maschile «nonostante il genocidio in corso a Gaza e la feroce repressione in Cisgiordania da parte dello Stato Israeliano».
Tante le adesioni da parte di associazioni, partiti, gruppi e cittadini (si può aderire scrivendo a comunicazione@ravennaincomune.it). Oltre a Ravenna in Comune, Uisp Ravenna e Lugo, Partito Comunista Italiano di Ravenna, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista, Coordinamento Ravenna per la Palestina, Collettivo La Comune, Resistenza Popolare, Associazione di Amicizia Italia Cuba – Circolo ravennate “Vilma Espin Guillois”, Italia Nostra Ravenna, RITI – Rete Interculturale Temi Immigrazione, Magazzino Art Gaze, Per il Clima – Fuori dal Fossile – Coordinamento di Ravenna, Andrea Maestri, Marisa Iannucci, Cesare Sama, Paolo Secci, Gabriele Tagliati, Gabriele Abrotini, Giovanna Montanari, Giuseppe “Pippo” Tadolini, Giuliana Liverani, Mauro Savorani, Claudio Pagnani, Francesca Santarella, Eugenio Conti, Gianfranco Santini, Aurora Cuppone, Rita Lugaresi, Alessandra Carini, Marina Mannucci, Alessandro Bongarzone, Maria Rossini, Giorgio Turchetti, Rita Taroni, Giorgio Gatta.
«C’è chi vorrebbe giocare ugualmente in quanto dello sport apprezza il fatto che supera i conflitti – scrivono da Ravenna in Comune in una nota inviata alla stampa -. Nella Grecia classica le Olimpiadi interrompevano le guerre. Ma in Palestina non c’è nessuna guerra. C’è un popolo, quello palestinese, che viene giornalmente massacrato per creare spazio ad ulteriore occupazione israeliana. I civili, le donne, i vecchi e i bambini sono le principali vittime. Questa nostra azione è diretta ad allargare la consapevolezza che, se i governi tacciono, resta alle cittadine e ai cittadini del mondo il compito di arrestare il genocidio. Questo si può fare, con azioni non violente, ostracizzando Israele dal consorzio umano. E il calcio, questo importantissimo simbolo, specie in Italia, può aiutare questa comprensione».