Soundscreen, tra film, biopic e documentari

Seconda edizione per la rassegna che indaga il rapporto tra pellicola e musica a Ravenna

Aprile è il mese del Soundscreen, il festival di cinema e musica, dall’1 al 9 aprile, al Palazzo del Cinema di Ravenna.
Il rapporto tra Cinema e Musica è antico quanto lo sono i rapporti con le altre arti, e non sono pochi gli artisti capaci di praticare fecondi intrecci e contaminazioni.

Come il regista Jim Jarmusch, che è anche chitarrista, del quale vedremo al festival l’ultimo documentario Gimme Danger, dedicato al gruppo The Stooges e al suo mitico leader Iggy Pop. O come Heart of a Dog, il primo film dell’artista e musicista d’avanguardia Laurie Anderson, vedova di Lou Reed, opera lirica e struggente che mescola animazione e film amatoriali, ed è riflessione esistenziale ed estetica sulla vita e la morte del suo cane e del suo compagno.
Per proseguire in un percorso a più tracce, dalla trilogia di biopic sulle tre trombe del jazz Miles Davis, Chet Baker ed Enrico Rava; all’omaggio al Nobel per le letteratura più controverso, quel Bob Dylan che è stato anche attore e autore di colonne sonore; i Laibach, gruppo industrial sloveno che è riuscito a fare un concerto in Corea del Nord; un concorso internazionale in cui scoprire i rapper israeliano-palestinesi di Junction 48 in una Tel Aviv calibro 9 più simile al Bronx, l’horror polacco The Lure su due sirene che cantano in un night-club, i rocker filippini di Singing in the Graveyard e i Dj di techno iraniani perseguitati nel loro paese.
Ma sicuramente l’evento che più caratterizzerà questa nuova visione del cinema sarà sabato 8 aprile la sonorizzazione dal vivo di Genuine, film muto dell’espressionismo tedesco del 1920 di Robert Wiene, musicato in sala dal leader dei Verdena Alberto Ferrari.
Le sonorizzazioni sono state la regola nei primi 30 anni di vita del cinema, finché non arrivò il sonoro. Ma adesso, a distanza di quasi 100 anni, sono state “riscoperte”, e non come semplice appoggio alla proiezione, ma diventando evento nuovo, performance unica, soprattutto per l’interesse da parte di gruppi e musicisti contemporanei che hanno ri-scoperto la possibilità di agire  creativamente sulla partitura sonora di un film: arrivando così a un’opera completamente a sé stante, che va al di là di ciò che reputiamo semplicemente “colonna sonora” nel cinema.
Robert Wiene, pochi mesi dopo aver girato quello che sarebbe stato il suo grande successo Il Gabinetto del Dr. Caligari, realizzò Genuine, altro film a matrice horror esplicitamente segnato dalle avanguardie artistiche del 20mo secolo Cubismo, Futurismo ed Espressionismo. Geometrie e spazi disegnano scenografie aggressive e claustrofobiche, costumi esasperati e iperreali – quasi un clima da set psichiatrico, una sorta di universo parallelo in versione cubista, o meglio reinterpretato dalla visione cubista ed espressionista, un contro-mondo fantastico creato ex novo dal cinema, che ora non ha più come referente la fotografia in movimento, bensì la pittura; dove anche la recitazione e la postura degli attori portano all’estremo l’espressività tipica del cinema muto, facendoli assomigliare a sculture futuriste.
Genuine è un mix di erotismo lascivo e horror grafico che riprende il tema narrativo della sirena urlante e della sacerdotessa oscura, femmes fatales dell’antichità; ma è soprattutto messa in scena di oscure nevrosi e desideri mortali che piagano il subconscio e governano i comportamenti consci, cupo profeta di quel periodo storico, gli anni ’20, appena usciti da una guerra spaventosa e in attesa di un’altra guerra totale. Un film dalla immane potenza visiva che sta per incontrarsi con la creatività di Alberto Ferrari, in una performance di grande emozioni.

*Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Soundscreen Film Festival e consulente alla selezione del Ravenna Nightmare. È stato docente di Sceneggiatura presso l’Università Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari. In una vita parallela, possiede anche una laurea in Fisica Teorica. (Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert).

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