E così, il nome del candidato sindaco a Ravenna per il centrodestra è arrivato ed è quello di Nicola Grandi. Per la verità, al momento è uno dei nomi su cui il centrodestra non è riuscito a trovare una convergenza, ma diciamo che è quello che dovrebbe dare più filo da torcere al centrosinistra (unito) visto che è stato scelto da Fratelli d’Italia, avallato da Forza Italia e dalla lista civica Viva Ravenna. Che dire? Grandi è una persona perbene, con una lunga esperienza politica alle spalle, con un “maestro” come Ancisi da cui è riuscito ad affrancarsi, conosce la città a fondo e i suoi problemi, è sempre stato coerentemente all’opposizione senza sbraitare, ha modi civili e cortesi (qualità non banale e da non sottovalutare mai), l’età giusta per un incarico simile. Ora, date tutte queste considerazioni sul candidato, la domanda che sorge spontanea è: perché solo adesso? Grandi è lì da sempre, da settimane osserva come gli altri le intenzioni di Fratelli d’Italia, da anni è tra i banchi dell’opposizione. C’è voluto tutto questo tempo per convincerlo? Difficile da credere e l’impressione un po’ inevitabile è che in realtà il suo nome sia stato un po’ un ripiego in mancanza di altri profili. Il che, si badi bene, è proprio un peccato. Grandi poteva benissimo da subito essere un candidato da contrapporre a Barattoni, per uno scontro che si prospetta a questo punto piuttosto garbato ma speriamo non soporifero.
Dal canto suo infatti il segretario Pd ha aperto ufficialmente la campagna elettorale (in realtà già in corso da mesi per lui) ribadendo alcune idee chiave: più alberi, attenzione al sociale, una piazza coperta. A cui ha aggiunto come priorità il rifacimento dei marciapiedi e un osservatorio sui prezzi contro il carovita. Tutti temi importanti, per carità, ma su cui non c’è certo da aspettarsi uno scontro. Chi potrebbe obiettare che i marciapiedi siano un disastro e impediscano di fatto una mobilità inclusiva? E che male potrà mai fare un osservatorio dei prezzi? Chissà, forse tutti aspettano la data delle elezioni per giocarsi gli assi nella manica del programma, le loro visioni di una Ravenna del futuro al di là della sacrosanta e sempre prioritaria manutenzione dell’esistente. Di certo sarà difficile che arrivi da quello che è al momento il terzo candidato in lista, Alvaro Ancisi, sui banchi dell’opposizione dagli anni Sessanta, 85 anni il prossimo agosto, ostinatamente sostenuto da Lega, Pdf e dalla lista civica che lui stesso ha fondato. Non per un problema anagrafico, ovviamente, ma proprio di carriera politica, da decenni Ancisi parla dai banchi dell’opposizione con critiche e proposte, difficile immaginare progetti davvero inediti. A meno che il decano non intenda sposare alcune posizioni dei due partiti che lo sostengono in tema, per esempio, di sostegno alla famiglia, consultori, biblioteche, diventando così, da civico, il più politico dei contendenti.