mercoledì
25 Giugno 2025
Rubrica L'opinione

Gettoni da miseria per i consiglieri comunali. Fa bene alla politica?

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Ma chi me lo fa fare? È la domanda che ha tenuto e tiene tante persone lontane dalla politica. Soprattutto quando si tratta di incarichi di piccolo cabotaggio come sindaco, assessore o consigliere comunale di piccoli paesi. Da un grande potere derivano grandi responsabilità, diceva Spiderman. Oppure grandi retribuzioni. Ma non era proprio così per gli amministratori locali. E non lo è soprattutto per chi magari aveva già una professione qualificata fuori dalla politica.

Il governo Draghi (2021), accogliendo un’istanza dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), ha provato a metterci una pezza alzando le indennità. La richiesta riguardava soprattutto i comuni più piccoli. Ma si sa, già che si ritoccano gli stipendi dei piccoli, vuoi non dare niente ai comuni grandi? E così, eseguendo il più classico dei gesti che fanno infuriare il popolo, i politici si sono alzati da soli gli stipendi che pagano i cittadini. Nel 2024 alcuni amministratori riceveranno un’indennità più che doppia rispetto a tre anni fa. Fare il sindaco di un Comune come Bagnara di Romagna, il più piccolo dei 18 della provincia di Ravenna con meno di 2.400 anime, adesso garantisce 29mila euro lordi all’anno (erano 22mila). A Ravenna, che è 65 volte più grande, se ne prendono 143mila (erano 68mila). Un assessore a Ravenna prende 7.176 euro al mese, a Bagnara prende un ventesimo (331 euro).

Alzarsi da soli la retribuzione mentre molti lavoratori comuni mortali sono costretti a subire riduzioni forse non era in cima alle priorità del momento storico. Ma la circostanza di un governo tecnico a larga maggioranza era troppo ghiotta: tutti colpevoli, nessun colpevole.

Mentre si cercava di rendere più appetibile il lavoro in una giunta, ci si è però completamente dimenticati dei consiglieri comunali. Che sono eletti tanto quanto i sindaci, sono i rappresentanti dei cittadini e hanno un ruolo di controllo sull’azione del governo locale. Per i consiglieri non ci sono indennità fisse, ma gettoni. Cifre da miseria. Le più alte, per ragioni di popolazione, sono nel capoluogo: 69,30 euro per ogni seduta settimanale. Poi ci sono le commissioni. Un consigliere che sia unico rappresentante di un partito e che riesca a partecipare a tutte le riunioni può arrivare a seimila euro lordi all’anno. Ma vuol dire passare almeno 70-80 mezze giornate in municipio.

E che dire della disparità tra lavoratori dipendenti e autonomi. I primi hanno diritto a permessi retribuiti per ogni riunione, i secondi invece no. In qualche comune  fuori provincia si è trovato un escamotage: le commissioni sono convocate tutti i giorni così che aumentano i gettoni. Ma aumentano anche gli impegni. E allora torniamo al principio: chi me lo fa fare? Finisce che il consigliere comunale è un sacrificio per chi se lo può permettere e punta alla carriera politica.

Fa bene alla qualità della politica? In tempi di elezioni anticipate il quesito diventa di una certa attualità…

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