sabato
14 Giugno 2025
Rubrica L'opinione

Il numero 600 e il primo Cult

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Fausto PiazzaE così pian piano ci siamo accorti di aver raggiunto il numero 600 di Ravenna&Din­torni. Ap­pena dietro le spalle, due anni in cui abbiamo compiuto il giro di boa della cinquecentesima pubblicazione e festeggiato assieme ai lettori e cittadini ravennati i dieci anni di impegno giornalistico e imprenditoriale dell’azienda editrice Reclam. Nel mezzo abbiamo rinnovato l’immagine del giornale con la nuova testata (più icastica) R&D e il restuling delle pagine. Se dobbiamo trarre – come si fa in questi casi – un bilancio, diciamo: nonostante l’editoria sia investita da una crisi sempre più devastante, siamo ancora qui. Abbiamo tenuto duro e continuato a lavorare e pubblicare ogni settimana il nostro free press di informazione, le riviste e il sito web quotidiano. Grazie a una squadra redazionale motivata e sempre “sul pezzo”. E grazie al tenace lavoro dell’ufficio commerciale che sostiene l’intera azienda editrice.
Anche se la nostra attività informativa non è mai stata finanziata con contributi pubblici ciò non significa che abbiamo rinunciato a investire in nuovi giornali. Infatti, questo numero 600 del settimanale esce con un periodico “gemello”, R&D Cult, con la R che sconfina e vuole spaziare – anche come diffusione – oltre la nostra città, nella Romagna e dintorni, e Cult che rimanda alle molteplici declinazioni e passioni del termine cultura.
Questo giornale nasce a Ravenna, ma vuole parlare di tutta la Romagna e a tutta la Romagna – abbiamo scritto nella presentazione della nostra nuova creatura editoriale. Parla di teatro, musica, arte, libri, enogastronomia… espressioni della creatività che da sempre sono serviti a creare ponti e a interpretare meglio la realtà che ci sta intorno. Quello che ci piacerebbe fare, nel tempo, è tentare di allargare il significato della parola cultura anche all’economia, all’impresa, alla società. Perché senza cultura non ci possono essere né crescita né sviluppo. Abbiamo seguito da vicino il progetto di candidatura di Ravenna Capitale Europea della Cultura 2019, un percorso che ha coinvolto tutta la Ro­ma­gna e che riguarda anche Rimini, Cesena, Forlì. Qualunque sia il verdetto finale, questi anni di lavoro sono serviti a realizzare eventi, stringere rapporti, immaginare scenari e anche, appunto, ad allargare lo sguardo verso orizzonti più vasti. Si tratta di una conquista che andrà coltivata comunque, a prescindere dalla vittoria, una delle eredità più preziose che la candidatura potrebbe lasciarci nel lungo periodo. Se sapremo occuparcene con cura.

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