domenica
15 Giugno 2025
Rubrica L'opinione

Il sindaco nuovo “per forza”

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Fausto PiazzaHa vinto “di sghetto” Michele De Pascale, come si dice dalle nostre parti. Per cui Ravenna non sarà leghista e nemmeno grillina. Ma per un pelo. E  il neo Sindaco investito da un consenso così risicato dovrà essere nuovo “per forza” e fare il pelo e contropelo al sistema che ha retto la città almeno negli ultimi vent’anni, per rimediare gli errori, le inerzie, le articolazioni ossidate e i “buchi” che ha ereditato. Lo scampato pericolo ha fatto lievitare le aspettative di un cambio di passo, di svolte e di scelte nette, anche fra parenti, amici e simpatizzanti, oltreché rendere più agguerriti gli oppositori. E se non è detto che il nuovo abbia la stessa faccia e lo stesso peso per tutti, tutti lo aspettano al varco.
De Pascale ha parlato più volte di discontinuità col passato. Ma non basta il distacco dal vecchio apparato di partito, da qualche mentore imbarazzante. Si tratta di districare e dissipare la rete consociativa bizantina: una serie di relazioni annodate in monopoli, rendite di posizione, scambi e contiguità di interessi “sotterranei”, che non hanno fatto bene all’evoluzione della società e dell’economia locale. E si tratta di ridimensionare ad una semplice ed efficiente funzione regolatrice l’ipertrofia burocratica che ha imbolsito vari gangli dell’autorità amministrativa. Perché è lì che alligna la conservazione. Altro che innovazione e trasparenza, visione di futuro e feconda concorrenza, opportunità di crescita e lavoro. Prima converrà ripulire, rassettare, poi disporre il nuovo. Sia nella gestione dell’ordinaria amministrazione che nel fondamento delle strategie a medio e lungo termine.
Dopo avere raccolto il consenso in caduta libera “casa per casa” ora De Pascale dovrà concentrarsi a risolvere caso per caso. Almeno dove potrà esercitare un orientamento o una scelta (anche discriminante), una dissuasione o un sostegno, un veto o un’autorevole mediazione nei tanti campi da affrontare: dai servizi sociali al porto, dal turismo al commercio, dalla rigenerazione urbana alle istituzioni culturali. Missione impossibile? Certo complessa, difficile e probabilmente osteggiata. Ma non esageriamo con la Ravenna degradata, ridotta a “pezze al culo”, incupita ed egoista. E anche sui grandi progetti infrastrutturali sempre disattesi, il nuovo Sindaco potrebbe ottenere dal presidente della Regione Bonaccini assai più di quanto abbia fatto Vasco Errani – affetto dalla sindrome di imparzialità verso Ravenna –,  ovvero poco o niente. Avremo tempo un’intera consiliatura per riflettere, verificare, incalzare l’atteso cambiamento.
Intanto, buon lavoro al nuovo Sindaco, più “con“ che “per“ forza, capace di dare una scossa alla nostra città.

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