In effetti, visti i tempi grami dell’economia, della società, e pure della morale, ci sarebbe poco da brindare. Ma per alleggerire questo spazio dedicato alla riflessione sull’attualità della settimana prendo a pretesto il successo di pubblico, e fra gli addetti ai lavori, che lo spazio promozionale e commerciale dell’enogastronomia dell’Emilia Romagna sta riscuotendo al Vinitaly di Verona.
Per chi non lo sapesse si tratta di una delle più importanti fiere enologiche mondiali e una grandiosa vetrina delle produzioni di qualità made in Italy nel campo del mangiare e bere. Il grande padiglione regionale a quanto pare sta registrando giornalmente punte di 20mila presenze, 4mila degustazioni, 1000 coperti al ristorante interno, e poi diversi riconoscimenti nazionali per vini e olii.
Non è una questione di campanilismo godereccio, è una rivincità in primo luogo di chi non ha mai rinuciato, o ha ricominciato, ad appassionarsi della terra e dei suoi frutti con dedizione, intelligenza e capacità imprenditoriali, per recupare le tradizioni agroalimentari all’insegna della qualità.
Si tratta di cose buone, piacevoli, come il vino, l’olio, i prodotti tipici dell’artigianato gastronomico, ma anche di economia e di micro, piccole e medie imprese. In qualche caso anche di grandi consorzi che fatturano milioni di euro e sostengono il lavoro di migliaia di persone. Che considerata la crisi non è poco.
Questo patrimonio di saperi e sapori, del saper fare con i prodotti del territorio, portato avanti negli ultimi anni da tanti imprenditori, potrebbe essere un buon volano, accoppiato al turismo, per una rinascita dell’economia locale, regionale e italiana. Non faccio nomi ne cito marchi: sarebbe impossibile e non vorrei dimenticare qualcuno. Certo è ancora evidente un deficit di marketing, di tenacia nella produzione qualitativa, di risorse da investire.
Le strade da intraprendere per crescere con coraggio, indicate da chi sta studiando il settore, sono lo sviluppo dell’export e dell’e-commerce su internet, per conquistare nuovi mercati interni e internazionali. Ma c’è tempo e non mancano le prospettive. Intanto, prosit.
E leggetevi le nostre pagine del Gusto, che dalla nascita di questo giornale, periodicamente, cercano di valorizzare questo mondo di bontà.
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