La ricerca del micione Leopoldo smarrito, la fiaccolata per un 12enne morto investito da un’auto, le foto amarcord, la caccia al pirata della strada come nel Far West. La democrazia 2.0 a colpi di like non fa la schizzinosa e si occupa di tutto. Venghino signori, venghino. Si chiama “Sei di Ravenna se”, è la declinazione bizantina di una delle ultime mode su Facebook: gruppi sul social network dove si celebra la propria città – dalla metropoli alla frazione vattelapesca, tutto fa brodo – sfidandosi all’ultimo rilancio su chi sia l’indigeno doc. A Ravenna si sono iscritti in undicimila. O meglio, undicimila sono quelli che sono stati accettati. Perché anche la democrazia 2.0 ha dei garanti. In questo caso ha il colletto della t-shirt sollevato e i capelli a spazzola. È uno degli amministratori del gruppo. Per i detrattori – che criticano il suo despotismo e hanno abbandandonato il gruppo andando a fondare un altro piccolo regno di democrazia ancora più democratica – è lo Sceriffo. Ha la foto profilo in posa da duro in divisa. Non ha la stelletta al petto ma la pistola al cinturone: agente di polizia municipale. E così, ventiquattrore dopo la tragedia, capita che lo Sceriffo si rivolga al suo popolo snocciolando una parziale targa bulgara di un’auto sospettata di essere quella che ha ucciso Gionatan Lasorsa. E dagli all’untore. Con un fiorire di punti esclamativi. Non è bastato l’apprezzabile invito dello Sceriffo a moderare i toni. Tutto questo mentre le redazioni dei giornali si arrabattano deontologicamente tra diritto di cronaca e rispetto delle persone, contattando fonti più o meno riservate per cucinare un pezzo corretto che informi il lettore senza bruciare gli inquirenti. Che infatti ai giornalisti chiedono di non divulgare quella mezza targa perché i giornali, su carta e su web, magari li legge pure chi è ricercato e questo poi non aiuta le indagini. Ma mica sei di Ravenna se sei bulgaro, no? E allora vai con la targa (una specie di alfanata con il caso Yara). Il giorno dopo è quello dell’arresto e allora lo Sceriffo si scioglie: ci dice che ha pianto, che durante la giornata avrebbe dato maggiori notizie. E ha aggiunto uno smile, una di quelle piccole faccine gialle che ridono. Le avete presente? Per chiudere il cerchio è pure andato alla conferenza stampa che, lo dice il nome stesso, sarebbe riservata alla stampa. Lo sceriffo stava in borghese, con il bavero sollevato, in cima a una sedia a fare foto. Per condividerle. Like. Altre ventiquattro ore e arriva il golpe 2.0: gli altri amministratori cacciano lo Sceriffo. La spaccatura? Una fiaccolata in memoria di Gionatan. Sei (ancora) di Ravenna se sei fuori dal gruppo Facebook?
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