Misure antismog: speriamo che piova

Alessandro MontanariIl primo ottobre sono scattati i nuovi divieti imposti dalla Regione per migliorare la qualità dell’aria. Due, in particolare, quelli che hanno fatto discutere: il divieto di utilizzare caminetti e stufe a pellet per scaldarsi e il blocco delle auto a diesel Euro 4 che quinti tocca veicoli fino al 2011. Non nuove ma nemmeno così vecchie.

Il fatto che la qualità dell’aria passi dal caminetto in salotto fa, onestamente, sorridere anche se il divieto non sarà stato imposto a caso. Non ce li vediamo, però, gli agenti della polizia municipale controllare i comignoli delle case in campagna e suonare, controllare e multare. Un divieto, quello dei camini, che è sembrato da subito poco credibile, tanto che lo stesso Pd in Regione ha presentato una mozione per chiedere che siano stanziati incentivi volti alla messa in regola dei focolari, trasformando in un’opportunità quella che è una misura difficile da comprendere e anche da attuare.

Finita la polemica sui caminetti, è cominciata quella sulle auto. Come si ricorderà fino a qualche anno fa il blocco del traffico valeva solo il giovedì. Una misura spot che era considerata da molti inutile e che è stata poi allargata all’intera settimana. La discussione in questo caso è incentrata sul fatto che l’Emilia-Romagna sia stata più restrittiva delle altre regioni della Pianura padana dove si sono limitati a fermare gli Euro 3, interessando quindi una platea di veicoli meno larga. Una mancanza di coordinamento che la dice lunga sul modo in cui si affronta in Italia il tema dell’inquinamento. Sarebbe però interessante vedere quante multe vengono effettivamente staccate per la trasgressione delle norme. L’impressione generale che si continui ad insistere su misure spot è suffragata dai dati delle centraline Arpae che dimostrano come la variabile principale per rimanere sotto i limiti sia il clima.
Tradotto: se in inverno non piove, si sforano i limiti.

C’è poi una seconda questione: a queste misure non corrispondono, se non in maniera blandissima, incentivi a non utilizzare l’auto. Le tariffe dei mezzi pubblici rimangono sempre le stesse, le linee pure, e non viene applicata nessuna scontistica per chi lascia il mezzo privato a favore degli autobus, né misure particolari a favore della mobilità ciclabile o pedonale urbana. Presentando il suo progetto strategico per la mobilità faentina, l’architetto Gabriele Lelli ha spiegato che c’è un solo modo per convincere le persone a usare la bicicletta – e altri mezzi alternativi – al posto dell’auto per andare a lavoro: «Deve essere la scelta più comoda e veloce». In quanti casi accade?

In queste condizioni, un giro di vite sui molti automobilisti che se ne infischiano dei divieti, con probabile raffica di multe, scatenerebbe un putiferio. Più facile lasciare tutto così: non esagerare con i controlli e sperare che piova, ché almeno si lava il cielo.

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