lunedì
16 Giugno 2025
Rubrica L'opinione

Non tutti gli sbagli sono uguali

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Andrea AlberiziaSe infiltrarsi in incognito in un’assemblea pubblica ma non pubblicizzata è l’unico modo con cui un giornalista può saperne di più su un parroco che abbandona la sua parrocchia dopo un episodio poco chiaro e molto chiacchierato con una 25enne, capitato dopo cinque anni di servizio in cui si è guadagnato l’affetto dei fedeli, allora forse c’è qualcosa che non va nella trasparenza di una curia.
Se presentandosi apertamente come giornalisti alla parrocchia del vicario della diocesi per avere informazioni precise e non chiacchiere da bar su quell’episodio si viene educatamente messi alla porta, forse c’è qualcosa che non va nella comunicazione di una curia.
Se un parroco finisce in un canale dopo aver tamponato un’auto in sosta mentre guida un Suv da 35mila euro e gli trovano un tasso alcolemico quasi quattro volte oltre il limite consentito e dice che non era ubriaco e non guidava un’auto di lusso, forse nella curia c’è qualcuno che era distratto quando il Papa manifestò al mondo il suo malessere per preti e suore su auto di ultimo modello.
Non è gossip. Non è voler spiare dal buco della serratura. Non è sparare sui preti a gratis. Sono notizie. Che riguardano figure con un ruolo pubblico innegabile nelle comunità in cui sono inseriti, sia per il credente che per il non credente. Figure che spesso svolgono un lavoro prezioso, accompagnano le persone nei momenti di difficoltà fornendo consigli, aiuto, appoggio. Vere e proprie istituzioni la cui opinione indirizza anche le scelte di altre istituzioni. Figure che hanno ruoli da educatori. Come il parroco che non permette ai suoi ragazzi di bere. Poi viene trovato al volante con alcolemia 1,8: è una notizia.
Anche i preti possono sbagliare perché sono uomini, è la frase più spesso pronunciata in questi giorni. Non fa una piega. Possono sbagliare ma lo sbaglio di una figura pubblica non vale come lo sbaglio di una persona comune. Perché gli onori comportano oneri.
La stampa la tieni buona se la anticipi. Se un prete si prende una pausa di riflessione ritirandosi in un monastero di gesuiti per esercizi spirituali perché ha vissuto un’esperienza confusa basta fare una cosa molto semplice: una conferenza stampa e un comunicato. Semplice, no? Se non si risponde alle domande poi si alimenta il convincimento che effettivamente la notizia ci sia e magari sia pure più grossa di quello che è perché se fosse cosa da niente allora non avrebbe senso tenerla coperta. E poi succede che il vecchio adagio popolare prenda forza: fate quello che prete dice, non quello che prete fa.

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