mercoledì
22 Ottobre 2025
Rubrica L'opinione

Quei libri ritirati dagli asili…

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A volte, per colpa soprattutto della sinistra, ci si dimentica di cosa possa essere la destra. La destra – sono volutamente schematico e semplicistico, ma ogni tanto è bene essere chiari – è quella per esempio che a Venezia ha deciso di ritirare dagli asili 49 libri che «trattano argomenti che non devono essere affrontati dalla scuola», ha detto il sindaco, lasciando di fatto che siano le famiglie a svolgere un’attività pedagogica che potrebbero anche non avere il tempo o le competenze per poterlo fare. Sono stati ribattezzati “libri gender”, dal sindaco, che forse pensa siano libri che parlano di sesso o dell’amore omosessuale, non avendoli, è evidente, mai letti.
In realtà, come spiegano pedagogisti ed educatrici di un po’ tutta Italia, si tratta di alcuni gioielli della letteratura per l’infanzia che insegnano – cito un esperto a caso tra i tanti che hanno esternato sul web – «l’accoglienza, l’ascolto, la capacità di relazionarsi con gli altri e di comprendere gli adulti, il senso dell’affetto, la profondità dell’amicizia, il coraggio, l’esistenza della diversità, la relazione tra pari, la capacità di reagire a un sopruso, il dialogo, la costruzione dell’identità, la presa in carico, la cura, l’attenzione, il rispetto».
Lo scrivo su R&D, nel mio piccolo, avendo la fortuna, qui a Ravenna, di poter accompagnare i miei due figli in due asili diversi ma entrambi con scaffali pieni di molti di quei 49 libri. Sperando di non dare l’idea a qualche politico ignorante – in senso letterale – di chiederne la rimozione anche da queste parti. Perché davvero è incomprensibile, quello che è successo. Per fare qualche esempio – a parte lo stra-citato Piccolo Uovo con disegni di Altan, che almeno quello sì, mostra famiglie poco tradizionali tra quelle comunque esistenti (realmente) nella nostra società, comunque con grande delicatezza e leggerezza – stiamo parlando di un lupo che si pavoneggia per il bosco chiedendo a tutti gli animali la conferma di essere lui il più bello (ne Sono io il più bello di Mario Ramos) o del pesciolino rosso che sconfigge lo squalo con l’astuzia e grazie ai suoi amici nel Guizzino di un genio come Leo Lionni, di cui è stato ritirato anche Piccolo blu e piccolo giallo, un libro – prendo in presito le parole della pedagogista Vanessa Niri pubblicate da Wired, che lo descrivono alla perfezione – «metaforico e simbolico, di incredibile potenza comunicativa; un testo straordinario tradotto, amato e  premiato in tutto il mondo a oltre sessant’anni dalla prima edizione».
Ritirare libri, da qualsiasi luogo e per qualsiasi motivo, è da folli e fascisti, ma in questo caso, se si conosce quello di cui si sta parlando, l’effetto è pure (tragi)comico.

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