domenica
15 Giugno 2025
Rubrica L'opinione

Tra referendum e campagne elettorali

Condividi

Siamo alla fine di una lunghissima, estenuante, campagna elettorale e domenica 19 giugno, a Ravenna, sarà come una sorta di referendum. Tanto che gli ultimi strilli sono soprattutto rivolti a non votare questo o a non votare quell’altro, così come qualche mese fa, quando da queste parti si doveva votare no, o ancor meglio restare a casa, per mantenere tutti quei posti di lavoro che ci garantiscono (o forse è il caso di dire, garantivano) le nostre piattaforme. Tanto che Ravenna diventò quasi un caso nazionale, con un quorum così basso e una percentuale di no così alta. Qui festeggiarono (quasi) tutti e la ripresa sembrava (quasi) dietro l’angolo; almeno tra i più distratti. D’altronde, per esempio, la Cgil, aveva portato qualche settimana prima in città il segretario nazionale della Filctem, Emilio Miceli, che il 15 marzo scorso sul referendum si esprimeva così: «Il rischio concreto è che si fermino gli investimenti. Il comparto energetico deve avere certezze nel medio e lungo periodo. Soltanto così potremo tutelare  migliaia di posti di lavori». E poi ancora: «Se il referendum dovesse sancire lo stop delle attività, per le piattaforme del distretto ravennate ci sarebbero contraccolpi pressoché immediati». Contraccolpi immediati, quindi, se si fosse raggiunto il quorum e avesse vinto il sì. Come noto, invece, il quorum non è stato raggiunto ed è quindi come se avesse vinto il no. Niente contraccolpi quindi? Non direi, a sentire di nuovo la Cgil, in questi giorni. «Le principali services company multinazionali – si legge in un comunicato del sindacato – hanno avviato piani di ristrutturazione devastanti che vedono coinvolte anche le basi operative nel nostro paese e nella nostra città.  […] Nell’ultimo anno si può stimare che siano usciti dall’area ravennate all’incirca 600 lavoratori […]». E a quanto pare, a fine mese, si fermerà anche l’Atwood Beacon, l’ultimo impianto di perforazione attualmente operante in zona e si toccherà così una storica “attività zero”, mai accaduta prima. «Altra certezza – continuano i sindacati –, purtroppo sono i futuri piani operativi comunicati da Eni per Ravenna. […] Se le operazioni non ripartono a breve termine quanto rimasto della forza lavoro dell’intero comparto subirà nei prossimi mesi una decimazione irrecuperabile». Insomma, altro che referendum. In fondo lo sapevano tutti che la situazione era già grave e magari poteva solo peggiorare drasticamente. E poi quella in fondo era solo campagna elettorale. Ecco, il tempismo non sarà sempre questo, però fossi in voi diffiderei sempre un po’, da quello che si dice durante una campagna elettorale…

Condividi
Contenuti promozionali

DENTRO IL MERCATO IMMOBILIARE

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

La casa di Anne

Il progetto di un'abitazione del centro di Ravenna a cura dello studio di Giovanni Mecozzi

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi