Eccoci dunque al fatidico 5 giugno dopo una campagna elettorale lunga e impegnativa, a tratti perfino interessante. Fare previsioni questa volta è difficilissimo, troppe le incognite rispetto a cinque anni fa, troppe le novità nell’offerta politica. La prima incognita, naturalmente, è quella dell’affluenza. 428 candidati consiglieri, 14 liste, cinque proposte tutte a modo loro credibili e sensate (non ci sono reduci nostalgici o estremisti da apologia del fascismo) basteranno a riportare i ravennati al voto dopo il disastro delle regionali lo scorso novembre? L’altra grande incognita è: quanto valgono tutte le liste in appoggio al Pd? Quanto vale oggi il Pri? Sarà ancora la seconda forza della coalizione? E chi rappresenta oggi l’Idv? E tutte le altre che si presentano per la prima volta alle urne con simboli nuovi? Serviranno davvero ad ampliare la base elettorale della coalizione o assisteremo soprattutto a un “travaso” di voti? E Michele De Pascale, segretario del partito, ha convinto tutti sul fatto che rappresenterà la discontinuità pur essendo appoggiato e sostenuto anche da chi ha governato fino a oggi? Sul fronte del centrodestra naturalmente l’incognita riguarda il nuovo esperimento di coalizione Lega Nord e Lista per Ravenna (gli elettori gradiranno?) e la scelta di un candidato civico che non appartiene a nessun partito, pensata soprattutto per raccogliere il voto moderato in un eventuale secondo turno; basterà appunto per portare il favorito al ballottaggio? E quanto valgono oggi Forza Italia e Fratelli d’Italia (realtà pressoché sconosciuta in città fino a oggi)? Alberghini dovrà vedersela anche con un competitor che va (in parte) sullo stesso elettorato: Maurizio Bucci che in questa campagna elettorale ha mostrato verve e anche una ricetta drastica per la città. Il simbolo è nuovo, la lista un mix. Lui è sempre stato molto votato. Poi ci sono le due donne (en passant in comune hanno anche il fatto di essere le uniche due candidate con una laurea in curriculum) che potrebbero peraltro rivolgersi a elettorati simili ma che mai si sono scontrate in campagna elettorale. Ed entrambe rappresentano altrettante incognite. Quando voto grillino rimasto senza stelle riuscirà a raccogliere Michela Guerra con il suo “Movimento civico”? E per Sutter, quanto vale il voto a sinistra del Pd che vuole essere alternativo al Pd e che sembra guardare oltre l’Italia mettendo insieme anime che a livello nazionale sono e restano divisi? Comunque andrà, è stato un momento foriero di idee, volti e novità politiche. E in fondo di questi tempi, guardando anche a città più grandi, forse non è poco.
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