Rimini è la provincia italiana con il maggiore indice di pressione turistica, Ravenna e Forlì-Cesena sono nella top 20 nazionale. Lo ha calcolato l’istituto di ricerca Demoskopika, che ha presentato mercoledì il suo rapporto sul sovraffollamento turistico in Italia. La provincia di Rimini è in cima alla classifica con un indice “molto alto” e un valore di 141,5. Seguono Venezia con 137,3 e Bolzano con 131,6. Per le altre due province romagnole, Ravenna e Forlì-Cesena, il livello è rispettivamente “alto” (107,9) e “moderato” (104,9). Ravenna è al tredicesimo posto della classifica nazionale, su un totale di 107 province; Forlì-Cesena è al diciannovesimo: un dato che dimostra l’elevata pressione turistica subita dalla Romagna, dovuta soprattutto alle elevate presenze estive in riviera.
Sono cinque gli indicatori utilizzati da Demoskopika per generare l’indice complessivo di sovraffollamento turistico, sulla base dei dati Istat e Ispra: densità turistica (le presenze turistiche in rapporto all’estensione territoriale), densità ricettiva (i posti letto in rapporto all’estensione territoriale), intensità turistica (le presenze turistiche rispetto alla popolazione residente), utilizzazione lorda (una formula per calcolare la percentuale di utilizzo effettivo dei posti letto disponibili in provincia) e quota di rifiuti urbani attribuibili al settore turistico. Ne emerge uno strumento di analisi dei sistemi turistici locali, allo scopo di «orientare politiche più consapevoli attraverso l’analisi dell’impatto del turismo sulla densità demografica, sull’uso delle infrastrutture ricettive, sul rapporto turisti-residenti e sull’incidenza ambientale derivante dalla produzione di rifiuti», afferma Demoskopika.
In totale ci sono dieci province italiane con il livello “molto alto”: Rimini, Venezia, Bolzano, Livorno, Napoli, Trento, Verona, Milano, Roma e Trieste. Tra gli indicatori di dettaglio, colpiscono soprattutto i dati sulla densità e l’intensità turistica, che evidenziano le aree a più alta concentrazione di pressione antropica. Rimini svetta nella classifica per densità turistica, con oltre 17mila presenze per chilometro quadrato, e detiene anche il primato nazionale per la produzione pro capite di rifiuti urbani legati al turismo, con 76,8 chilogrammi per turista. Un altro primato della provincia balneare sono i 195 posti letto per chilometro quadrato, più di Venezia che si ferma al secondo posto con 166.

Poco meno peggiore è la situazione di Ravenna, trainata probabilmente dai lidi sud e dal comune di Cervia-Milano Marittima. Qui la densità è di 3.567 presenze turistiche per chilometro quadrato (dodicesimo posto nazionale) e i posti letto sono 44 per chilometro quadrato (decima posizione). Ma se si guarda all’utilizzazione lorda, la provincia scende al 38° posto col 22%. Elevato è invece il tasso di produzione dei rifiuti urbani legati al turismo, che ammonta a 32,5 chilogrammi per presenza: è l’ottavo dato nella classifica nazionale.
Guardando infine i dati della provincia di Forlì-Cesena, la densità turistica è di 2.400 presenze per chilometro quadrato (ventesimo posto nella classifica nazionale) e i posti letto sono 25,3 (venticinquesimo posto), ma l’utilizzazione lorda è maggiore rispetto alla provincia di Ravenna, col 26% (ventunesima posizione).
«L’overtourism – avvertono i ricercatori di Demoskopika – non è più soltanto una sfida, ma è una priorità che investe la sostenibilità delle destinazioni italiane. Non riguarda solo l’esperienza del turista, ma condiziona anche la qualità di vita delle comunità locali. L’aumento del sovraffollamento è un campanello d’allarme che impone interventi urgenti e strategici: dalla regolazione dei flussi nei periodi di punta alla promozione di mete alternative, fino a incentivare in modo più efficace i viaggi lungo tutto l’arco dell’anno, valorizzando anche i mesi tradizionalmente meno turistici. Agire ora è l’unica strada per garantire che il turismo resti una risorsa e non si trasformi in un fattore di crisi per i territori e per le generazioni future». Un dibattito che però in Romagna sembra ancora molto timido, al contrario di altri territori con un’elevata pressione turistica: nelle altre due province in cima alla classifica, Venezia e Bolzano, si è intervenuti rispettivamente con il biglietto d’accesso e con il limite ai posti letto. La prima è solo una misura di facciata e inutile per contenere l’overtourism; la seconda è invece una regolamentazione efficace e studiata per evitare che il turismo comprometta l’equilibrio del territorio. Ma in entrambi i casi si tratta di gesti concreti da parte delle amministrazioni locali, che invece in riviera romagnola sembrano non considerare ancora abbastanza il problema del troppo turismo.