sabato
09 Agosto 2025
SABBIA CHE SCOTTA

Lo sciopero dei bagnini di salvataggio contro la pausa pranzo a torrette alternate

A Rimini gli assistenti bagnanti protestano contro l'ordinanza regionale. L'iniziativa è stata precettata, ma ha comunque fatto emergere una serie di criticità per i lavoratori.

Condividi

I bagnini di salvataggio di Rimini domani sciopereranno contro l’ordinanza della Regione Emilia-Romagna che ha imposto il servizio durante la pausa pranzo, dalle 12.30 alle 14.30. La protesta è stata proclamata dalla Filcams-Cgil di Rimini per tutta la provincia, da Bellaria a Cattolica, mentre non riguarda il litorale ravennate. La prefettura ha precettato lo sciopero di otto ore, contestando l’interruzione di un servizio pubblico essenziale, ma il sindacato ha organizzato un corteo con partenza alle 12.30 dal Bagno 36-37 Bounty di Rimini e arrivo al piazzale Boscovich.

«Da due anni, per dare un’apparenza di maggiore sicurezza, è stata eliminata la pausa del servizio nelle ore centrali della giornata, garantendo però solo un presidio dimezzato», denuncia Filcams-Cgil. «Ogni bagnino di salvataggio si trova così a dover vigilare su uno specchio d’acqua doppio (300 metri invece dei 150 di norma previsti), con evidenti rischi per la sicurezza di bagnanti e soccorritori. Filcams-Cgil è favorevole all’estensione dei servizi di salvataggio, ma a condizione che ciò avvenga seriamente, senza gravare sui lavoratori né mettere a rischio la sicurezza dei turisti».

Fino al 2023 i bagnini di salvataggio osservavano un’ora di pausa pranzo nello stesso momento, segnalando l’assenza del servizio con le bandiere. Faceva eccezione Cervia, dove già da tempo la pausa pranzo era a torrette alternate per mantenere il servizio sempre attivo, seppure dimezzato durante le ore centrali della giornata. Dalla scorsa estate l’ordinanza balneare dell’Emilia-Romagna, adeguandosi alle disposizioni della direzione regionale della Capitaneria di porto, ha imposto la pausa pranzo alternata in tutto il litorale emiliano-romagnolo. La misura non è stata gradita dai bagnini di salvataggio di Rimini, che segnalano la difficoltà di garantire la sicurezza in 300 metri di mare con un solo lavoratore. «Oltretutto, per soccorrere le persone in difficoltà abbiamo in dotazione i pesanti mosconi di legno a remi», sottolinea il segretario di Filcams-Cgil Rimini Francesco Guitto.

La proclamazione dello sciopero non è stata gradita dai concessionari balneari. «Le regole sono uguali in tutto il litorale emiliano-romagnolo e anche in altre regioni, eppure si sciopera sono a Rimini», afferma il presidente della Cooperativa bagnini Rimini sud Mauro Vanni. «Questa decisione ci ha messo in cattiva luce a livello internazionale e mette in difficoltà i concessionari, che non sono responsabili di un’ordinanza regionale».

Sul litorale della provincia di Rimini, segnala Filcams-Cgil, lavorano circa 250 addetti al salvamento. Il sindacato ha fatto emergere anche la questione degli stipendi ritenuti inadeguati. «Un bagnino di salvataggio a Rimini percepisce circa 1500 euro al mese – sostiene Guitto – e si occupa di un lavoro che richiede preparazione atletica, formazione in primo soccorso e responsabilità sulla vita delle persone, con anche potenziali conseguenze legali. Per questo i giovani non vogliono più fare questo mestiere. Il contratto integrativo a Rimini è scaduto da 15 anni e i rappresentanti dei balneari che contestano il nostro sciopero non vogliono sedersi al tavolo per rinnovarlo». E riguardo la precettazione, chiosa il segretario provinciale di Filcams, «non si capisce perché la prefettura contesti l’interruzione di un servizio pubblico essenziale, che però può essere dimezzato durante la pausa pranzo».

Condividi
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Le sette porte storiche di Ravenna come “accessi turistici privilegiati”

Lo studio Denara tra i vincitrici di un concorso internazionale promosso dalla Uia

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi