I passeggeri dell’aeroporto di Rimini sono in aumento, e con essi anche le tratte proposte dalle compagnie di volo, mentre Forlì si trova in declino. Lo affermano le statistiche di Assaeroporti, l’associazione italiana dei gestori aeroportuali, che forniscono una fotografia sullo stato di salute degli aeroporti romagnoli.
In Emilia-Romagna l’aeroporto di riferimento continua a essere il Marconi di Bologna, che nel 2024 ha superato per la prima volta i 10 milioni di passeggeri, di cui 2,6 milioni su voli nazionali e 8,1 milioni su voli internazionali, classificandosi come settimo aeroporto in Italia per numero di passeggeri e superando i dati pre-pandemici.
Molto inferiori, ma comunque non trascurabili, sono le cifre registrate al Fellini di Rimini. Il capoluogo balneare – che condivide l’aeroporto con San Marino – nel 2024 ha registrato 325.361 passeggeri, con un aumento del 14,2% rispetto al 2023, ma ancora non è tornato a superare i numeri precedenti al covid. Al Ridolfi di Forlì, invece, il 2024 si è chiuso con appena 133.110 passeggeri, in flessione dell’1,4% rispetto all’anno precedente.
Rimini si consolida sull’est Europa
Da sempre l’aeroporto di Rimini è punto di riferimento per le tratte che collegano l’Emilia-Romagna con l’est Europa, al servizio sia dei turisti che dei lavoratori stagionali e delle badanti. Tra i voli più richiesti al Fellini ci sono infatti quelli per Bucarest e Praga, anche se il conflitto Russia-Ucraina ha provocato la cancellazione di 10 voli settimanali dall’Ucraina e 40 dalla Russia. Questi ultimi, in particolare, erano molto apprezzati dagli albergatori, perché portavano i turisti più facoltosi in riviera. Per il Fellini si trattava potenzialmente di circa 300 mila passeggeri all’anno.
Tra le altre tratte più gettonate del Fellini ci sono Parigi, Londra, Cagliari, Barcellona e Palma di Maiorca, servite dalle compagnie Ryanair, Wizz Air, Easyjet e British Airways. Tuttavia, quest’anno sono avvenute alcune defezioni: la compagnia maltese Universal Air ha annullato i voli per Monaco di Baviera e Malta, mentre Air Baltic ha tolto i collegamenti per Riga. In entrambi i casi, il motivo è lo scarso numero di prenotazioni. Ad aumentare le tratte ci ha però pensato Ryanair, che ad aprile ha debuttato con Londra, Cracovia, Praga e Kaunas. L’obiettivo dell’aeroporto per il 2025 è superare i 450 mila passeggeri.
Forlì in crisi di identità
Resta incerto il destino del piccolo aeroporto di Forlì, che si trova in mezzo ai due giganti di Bologna e Rimini. Oggi il Ridolfi serve soprattutto i voli interni con Sicilia e Sardegna, collegando Olbia, Cagliari, Trapani, Palermo, Catania e Lampedusa. L’unica destinazione internazionale è la Grecia, che si può raggiungere atterrando ad Atene, Corfù, Cefalonia, Zante e Karpathos. Ad aprile sono partiti anche i voli per la città polacca di Katowice, serviti due volte a settimana da Ryanair.
Da tempo gli esperti sostengono che tre aeroporti per una regione siano troppi – soprattutto in tempi di crisi climatica, che ci dovrebbe portare a ridurre l’utilizzo di questi mezzi inquinanti, quantomeno per le mete più vicine e raggiungibili via treno. In questo senso il Ridolfi è di sicuro l’aeroporto più penalizzato, perché più piccolo e meno strutturato rispetto al Marconi e al Fellini. Ma un punto di forza ce l’ha: secondo una recente indagine del Corriere della Sera, quello di Forlì nel 2024 è stato l’aeroporto con i voli più economici d’Italia