Lugo è la città romagnola con il maggiore numero di accessi al pronto soccorso, Savignano e Cesena quelle che ne registrano di meno. Ravenna e Rimini sono a metà classifica, e in generale i romagnoli ricorrono molto meno al pronto soccorso rispetto agli emiliani.
Sono alcuni dati che emergono dalle statistiche fornite dal Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna, relative all’anno 2024. Numeri in mutamento rispetto al passato, grazie all’apertura dei Centri di assistenza urgenza (Cau). Volute due anni fa dalla Regione, queste strutture hanno attenuato la pressione sui pronto soccorso e modificato le abitudini dei pazienti: si tratta di 50 strutture create in tutto il territorio emiliano-romagnolo, per rispondere alle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale, in modo da ridurre il carico sui pronto soccorso.
Da novembre 2023, da quando cioè esistono i Cau, gli accessi nei pronto soccorso dell’Emilia-Romagna sono diminuiti del 7%. In particolare nei primi nove mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, gli accessi in codice bianco nei pronto soccorso sono diminuiti del 20% e quelli in codice verde del 10%. In totale, sono oltre 400mila i pazienti che si sono rivolti ai Cau e 1,6 milioni gli accessi ai pronto soccorso.
L’introduzione dei Cau non ha ancora risolto l’annoso problema delle lunghe file d’attesa, ma la Regione stima che, col progressivo diffondersi della conoscenza delle nuove strutture, saranno sempre di più le persone che si rivolgeranno ai Cau anziché ai pronto soccorso per le esigenze mediche non urgenti. A novembre 2023 hanno aperto le prime 30 strutture, diventate 50 nel 2024. I pronto soccorso attivi, invece, sono ad oggi 38.
Ma quali sono le città che registrano il maggiore accesso ai pronto soccorso? Per calcolarlo, il Servizio sanitario regionale non diffonde il numero totale degli accessi bensì il “tasso di accesso al pronto soccorso”, che indica quante persone, ogni mille assistibili da un medico di base, si sono recate al pronto soccorso in un determinato periodo. Dunque non si tratta di un dato meramente numerico, bensì di una percentuale calcolata sulla popolazione di una determinata città, che dà un’idea più proporzionata del fenomeno.
Le statistiche disponibili risalgono al 2024. Esaminando solo i numeri relativi ai presidi romagnoli, emerge che Lugo è la città con il più elevato tasso di accessi al pronto soccorso, 214 ogni mille assistibili. Qui, in controtendenza rispetto al calo regionale, c’è stato un aumento del +5% degli accessi rispetto al 2023; ma il Cau è stato aperto solo il 17 giugno 2024. Ancora peggio a Forlì, dove l’aumento è stato del +7%, con 174 accessi ogni mille assistibili: si tratta della città romagnola con il maggiore incremento, nonché della quarta a livello regionale. Il podio è infatti coperto da tre distretti emiliani, Scandiano a Reggio Emilia (179 accessi ogni mille, +17%), Pavullo nel modenese (220, +10%) e Ferrara sud-est (217, +9%). Va però segnalato che a Forlì non esiste il Cau: il più vicino si trova a Santa Sofia, a 45 minuti di auto. È quindi più comprensibile che un cittadino decida di recarsi al pronto soccorso locale, anche per esigenze non gravi.
L’unica altra città romagnola in aumento è Faenza col +2%, per 174 accessi ogni mille assistibili. Anche qui, come a Lugo, il Cau ha aperto solo il 10 giugno 2024, quindi il dato comprende i primi sei mesi senza la struttura alternativa.
In generale, le strutture romagnole hanno registrato una maggiore tendenza al calo degli accessi, rispetto ai distretti emiliani. Nell’elenco dei 38 pronto soccorso dell’Emilia-Romagna, solo Lugo, Forlì e Faenza hanno il segno positivo, contro 11 strutture emiliane. A Ravenna gli accessi ogni mille assistibili sono stati 184 (-5% rispetto al 2023), a Rimini 176 (-9%) e a Riccione 175 (-10%). Chiudono la classifica le strutture di Cesena-Valle del Savio (157 accessi, -13%) e del Rubicone (140, -28%). Tutte queste città si distinguono per la presenza dei Cau: segno che si tratta di un’alternativa ritenuta valida da chi ha esigenze mediche non urgenti.
Alex Giuzio