In questi primi mesi dell’anno abbiamo visto Wall Street sulle montagne russe, l’Europa finalmente in forma (almeno per un po’), e i paesi emergenti rifarsi sotto dopo una lunga convalescenza. Tra politiche monetarie prudenti, scossoni geopolitici e i dazi Usa, gli investitori hanno dovuto tenere i nervi saldi.
Oggi in Clinica della Finanza facciamo un check-up ai principali mercati – Usa, Europa ed emergenti – e vediamo come il portafoglio modello di Moneyadvisor SCF ha gestito gli scrosci con un ombrello di diversificazione e basso rischio: non ferma la pioggia, ma evita di bagnarsi troppo.
Wall Street: febbre da dazi e rally da tecnologia
Partiamo dal paziente illustre: Wall Street. Il 2025 è iniziato in salita. Le minacce di nuovi dazi Usa verso la Cina da parte del presidente Trump – il ritorno di “Tariff Man” – hanno agitato i mercati, portando l’S&P 500 a un avvio piatto mentre l’Europa correva. A metà anno, la Borsa USA segnava appena +2% in dollari, un risultato insolitamente debole rispetto al quasi +20% di Europa e Cina. La svolta è arrivata in primavera, complice il miglioramento del dialogo commerciale e trimestrali brillanti dai colossi tecnologici. Il 9 aprile, con l’annuncio di una “pausa” sui dazi (il cosiddetto “Liberation Day”), l’S&P 500 è balzato del +9,5% in un solo giorno, il rialzo più ampio dal 2008. Prima di allora, i listini avevano subito un mini-crollo vicino al 20%, ma la prospettiva di un accordo ha innescato un rimbalzo fulmineo.
Da Nvidia a Microsoft, il settore tech ha trainato la ripresa: da inizio aprile il comparto tecnologico ha guadagnato oltre il +24%, con Nvidia a +45%. A fine giugno l’S&P 500 ha toccato nuovi massimi, chiudendo il gap con l’Europa.
Oggi, a metà agosto, Wall Street segna circa +8% da inizio anno in dollari. La Fed, con tassi fermi al 4,25-4,5%, resta prudente: niente tagli finché l’inflazione non sarà stabilmente sotto controllo, anche se per settembre si attende un possibile allentamento.
Certo, la volatilità non è mancata: i saliscendi di aprile resteranno negli annali e ricordano quanto in fretta può cambiare il sentiment di mercato.
Una lezione per gli investitori: le valutazioni elevate degli USA significano anche correzioni brusche al primo segnale negativo.
Insomma, il paziente Wall Street è bipolare: alterna alti entusiasmanti e bassi preoccupanti, ma per ora cammina con le sue gambe… vivo e vegeto e con una buona dose di vitamina tecnologia in circolo.
Europa: il Vecchio Continente inaspettatamente in forma
Nel 2025 le borse europee hanno sorpreso con un avvio brillante, dopo anni di sottoperformance. Nei primi mesi l’Europa ha battuto nettamente Wall Street grazie a due fattori: incertezze politiche negli Usa e un raro e imponente stimolo fiscale in Germania, evento più raro di un’eclissi.
A fine marzo, lo STOXX 600 segnava +6-7% contro uno S&P 500 quasi fermo, con un vantaggio relativo europeo di oltre 10 punti percentuali, il migliore degli ultimi 20 anni. Anche l’euro ha contribuito, rafforzandosi del +14% sul dollaro: per gli investitori Usa, guadagni azionari e cambio hanno offerto una doppia spinta.
In valuta locale, l’Europa ha beneficiato di utili in ripresa, valutazioni più basse e di un’inflazione in calo che ha permesso alla BCE di tagliare i tassi dal 4% al 2% già a metà anno.
Dalla primavera, però, Wall Street ha recuperato con il rally tech, riducendo il gap: a luglio, Europa e Usa erano praticamente pari.
Ma il paziente europeo, pur senza muscoli da Big Tech, è apparso più stabile, meno soggetto a sbalzi d’umore, favorito anche da prezzi energetici stabili e dal ruolo di “terra di mezzo” nei rapporti USA-Cina. Nonostante le debolezze strutturali, il “paziente europeo” si mostra in salute grazie a valuta forte, stimoli fiscali e inflazione domata.
Mercati emergenti: la rivincita grazie al dollaro debole
Nel 2025 i mercati emergenti hanno vissuto una forte ripresa dopo anni difficili segnati da pandemia, inflazione elevata e dollaro forte. La cura? Un dollaro più debole – che ha alleggerito i debiti in valuta estera – e ha attratto capitali globali in cerca di occasioni a buon prezzo.
L’MSCI Emerging Markets ha registrato rendimenti superiori a quelli di Usa ed Europa, con un secondo trimestre particolarmente brillante (+12,7% in dollari), superando l’MSCI World e l’S&P 500. È stato un cambio di passo netto rispetto alla debolezza degli anni precedenti.
La Cina ha giocato un ruolo centrale: dopo un avvio debole a gennaio, ha introdotto stimoli mirati per sostenere una crescita del Pil intorno al 5% e ha beneficiato di una distensione nei rapporti commerciali con gli Usa, con una tregua tariffaria che ha rasserenato i mercati.
L’MSCI China è così salito di circa +17,3% da inizio anno.
Anche altri paesi hanno contribuito: l’India, grazie a riforme, domanda interna e un taglio dei tassi di 100 punti base, ha chiuso il semestre a +6% da inizio anno.
Attenzione però: non tutti gli emergenti corrono allo stesso passo. Resta però fondamentale la selezione, dato che le performance variano molto tra paesi.
È la rivincita della diversificazione globale – e un promemoria che, dopo anni bui, anche i pazienti più malandati (finanziariamente parlando) possono tornare in salute… e con un rendimento a doppia cifra.
Il portafoglio Moneyadvisor: protezione di base e rendimenti asimmetrici
Abbiamo parlato di mercati agitati, rally tech, dazi, Federal Reserve e quant’altro. Ma la vera domanda è: come ha reagito il risparmiatore medio a tutta questa volatilità? Se era seguito da Moneyadvisor, la risposta è semplice: molto meglio del previsto.
La strategia di Moneyadvisor nasce proprio per gestire contesti volatili come quello visto nel 2025, proteggendo il capitale nei momenti di stress e partecipando in parte ai rialzi.
Il portafoglio base rappresenta la schiena dritta della nostra filosofia di investimento – una struttura pensata non per rincorrere i picchi del mercato, ma per difendere il capitale quando tutti corrono a vendere. La logica è semplice: strumenti monetari, titoli di Stato, Credit Linked Notes e certificati estremamente difensivi, come illustrato nella nostra piramide strategica.
Questa impostazione ha dato i suoi frutti proprio durante la discesa dei mercati a inizio aprile 2025, mentre l’S&P 500 crollava in pochi giorni, il portafoglio base ha retto benissimo, mantenendo il suo valore intatto grazie alla sua struttura conservativa.
Ma non solo difesa: nel portafoglio base c’erano anche opportunità selezionate su certificati comunque protettivi, che hanno mostrato rendimenti decisamente interessanti, anche durante la tempesta.
Non preoccupatevi se ora sembra complicato: uno dei prossimi articoli sarà dedicato ai certificati.
Un certificato con barriere così profonde, capace di offrire +10% annuo di cedole (0,83% mese) anche in scenari laterali o moderatamente negativi, è esattamente il tipo di strumento che integra il concetto di rendimento asimmetrico. Non serve che il mercato salga: basta che non crolli (nell’esempio fino a -73% dai prezzi attuali) – e in cambio l’investitore riceve premi molto consistenti.
Queste scelte hanno permesso al portafoglio base non solo di evitare le perdite nei momenti peggiori del 2025, ma anche di macinare rendimento.
Un esempio concreto? Un nostro portafoglio reale costruito SOLO su base obbligazionaria + certificati ha prodotto da ottobre 2023 a agosto 2025 un +11,84% totale, con una volatilità bassissima (VaR giornaliero dello 0,33%) e una curva di crescita praticamente lineare (vedi grafico qui sotto).
Cedole incassate? Oltre 28.000 euro. Tutto questo senza mai dover inseguire i titoli alla moda o temere di trovarsi esposti a Wall Street nel giorno sbagliato.
Disclaimer: I rendimenti passati non garantiscono i risultati futuri. Gli investimenti sono soggetti a rischi, inclusi i rischi di perdita del capitale. Le performance precedenti non devono essere considerate come una previsione dei risultati futuri.
Conclusione
Nel 2025 – un’annata tutt’altro che noiosa – i mercati azionari Usa, Europa ed emergenti hanno vissuto momenti da montagne russe, ciascuno con le proprie cause: politiche monetarie incerte, tweet sui dazi, sorprese geopolitiche. Tutto questo ci ha ricordato una verità semplice: in finanza, come in medicina, prevenire è meglio che curare.
Un portafoglio costruito con criterio, equilibrato e coerente con il profilo di rischio, permette di attraversare le turbolenze senza panico.
In Moneyadvisor non abbiamo rincorso mode speculative, ma abbiamo cercato valore dove il rischio è ben pagato e ben controllato. Il portafoglio base, con la sua solidità e i certificati selezionati, ha dimostrato che si può ottenere rendimento anche nella prudenza.
Non serve sempre correre: spesso, il passo lento ma sicuro porta più lontano. E quando i mercati ballano… noi restiamo in piedi.
Il 2025 è ancora in corso e sul cammino potrebbero profilarsi nuovi ribassi o rialzi dei tassi, ulteriori schermaglie commerciali… o qualche sorpresa inattesa. Ma con la clinica finanziaria giusta e la terapia d’investimento adeguata, i nostri risparmi possono restare in salute.
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La citazione della settimana:
Le persone non si rendono conto che il successo consiste principalmente nell’evitare le perdite, più che nel cercare profitti. (Nassim Nicholas Taleb autore de “Il cigno nero”)
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