Ecodem: «Serve organismo competente per studiare gli effetti delle estrazioni»

L’anima green del Pd interviene dopo la notizia dell’accordo Eni-Comune per l’attività in mare in cambio di 12 milioni di euro

«Serve un organismo tecnico, nazionale o transnazionale, di elevata competenza scientifica e di indiscutibile obiettività e terzietà che promuova e coordini un sistema di monitoraggio degli effetti delle attività estrattive a terra e a mare sui territori di tutto il Paese». La proposta viene dalla sezione ravennate dell’associazione Ecologisti Democratici, l’anima green del Partito Democratico, a seguito delle polemiche nate dopo l’annuncio del rinnovo dell’accordo tra Eni e Comune per l’attività estrattiva di idrocarburi dal sottosuolo marino in cambio di un indennizzo di 12 milioni di euro spalmato sui prossimi tre anni. «Bisogna assicurare trasparenza nei confronti dei cittadini e degli enti locali – si legge in una nota firmata dal coordinatore provinciale Marco Turchetti – e consentire tempestivi interventi attivi e passivi in caso di eventuali criticità o di andamenti insoddisfacenti».

A proposito di quei 12 milioni di euro di compensazioni gli Ecodem non hanno dubbi: «Debbono essere utilizzati prioritariamente a favore di interventi di prevenzione per la messa in sicurezza del territorio (subsidenza, erosione, dissesto idrogeologico, sicurezza idraulica ecc), la prevenzione dei grandi rischi particolarmente gravi in un’epoca di marcati cambiamenti climatici e inoltre a favore dell’ambiente (conservazione, valorizzazione e risanamento). Questo perché le risorse pubbliche per questi obiettivi non sono mai sufficienti, ma anche perché è concettualmente corretto che la compensazione rispetto a interventi che hanno un impatto sul territorio e che producono comunque grandi volumi di CO2 siano utilizzate per migliorare la sostenibilità e la qualità ambientale del nostro sviluppo».

Ma l’auspicio in casa Ecodem è che «Ravenna si trasformi dalla città del metano alla città delle energie rinnovabili e pulite». Perché secondo gli ambientalisti Pd «è una esigenza globale e locale e perché il metano nelle nostre aree si sta progressivamente esaurendo e perché ormai le energie rinnovabili sono le energie dell’oggi e soprattutto del futuro».

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