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    Categoria: società

Quando l’infermiera era in servizio si moriva due volte e mezzo di più

I risultati della consulenza statistica sui decessi nel reparto di Poggiali in un biennio: su 191 decessi totali lei era in servizio 139 volte

Quando era in servizio in quel reparto dell’ospedale il tasso di mortalità, nel settore cui era assegnata, è stato più alto di due volte e mezzo rispetto a quando era assegnata ad altro settore. Un eccesso di mortalità che nell’ultimo semestre esaminato viene definitito «esplosivo». Su 191 decessi totali lei era in servizio 139 volte. Sulla sorte giudiziaria di Daniela Poggiali, la 42enne infermiera in custodia cautelare in carcere da ottobre con l’accusa di aver ucciso lo scorso aprile una paziente ricoverata all’Umberto I di Lugo, piomba la consulenza statistica richiesta dalla procura depositata il 14 gennaio e ora emersa nelle motivazioni con cui il tribunale del riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dall’infermiera.

A rendere noti alcuni passaggi delle 26 pagine che compongono l’ordinanza firmata dal presidente del tribunale è il procuratore capo Alessandro Mancini annunciando l’imminente chiusura delle indagini preliminari a carico della 42enne e la conseguente richiesta di giudizio immediato con le accuse di omicidio volontario pluriaggravato e peculato per le fiale di cloruro di potassi che sarebbero state utilizzate per uccidere la 78enne Rosa Calderoni: «Si è trattato di omicidio al di là di ogni ragionevole dubbio», affonda Mancini.