«Nessuno si era accorto dell’evasione milionaria di Pokerstars?»

Le domande di Paglia, deputato ravennate di Sel, dopo l’inchiesta della Finanza che ha individuato 300 milioni sottratti al fisco italiano

L’operazione “All In” condotta dalla guardia di finanza di Roma ha permesso di riportare in Italia il reale valore di transazioni economiche avvenute tra le società di un gruppo internazionale, recuperando il reddito non dichiarato al fisco italiano. Al centro delle indagini è finito il gruppo Pokerstars che, attraverso la costituzione di due società nazionali, gestisce, di fatto, il gioco del poker on-line in Italia. Grazie all’esame della documentazione contabile, dei flussi telematici e ai controlli presso i fornitori di servizi del gruppo, i militari del I Gruppo Roma hanno ricostruito in capo alla società italiana del gruppo, la Halfords Media Italy Srl, ricavi non dichiarati per oltre 300 milioni di euro.

«È lodevole l’impegno della Finanza, che ha permesso di scoprire una maxi evasione fiscale del più grande soggetto che operi nel nostro paese nel settore del poker online – commenta il ravennate Giovanni Paglia, deputato di Sel –. Resta però una domanda. Com’è possibile che serva un’indagine complessa su un periodo di 5 anni per scoprire che una società operante in un settore delicato come il gioco d’azzardo abbia sede all’Isola di Man e operi con modalità sfacciate di transfer pricing? Perché Agenzia delle Entrate e Aams non riescono a vigilare preventivamente su soggetti come questo, stante le loro dimensioni significative e lo speciale regime concessorio e fiscale? Credo che queste domande dovranno avere una risposta, anche per intervenire per via legislativa se necessario».

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