Con il supporto di un commercialista, M5s analizza cinque bilanci Dubbi sulla natura dell’istituzione che decide di non commentare
DUBBI M5S SULLA FONDAZIONE Dopo la sentenza di primo grado del 2012 favorevole alla fondazione (oltre a negare il risarcimento chiesto dalle 130 orfanelle intentando una causa civile tre anni prima le ha anche condannate al pagamento delle spese legali per quasi 80mila euro) i grillini stanno cercando di evitare che l’opinione pubblica si dimentichi di questa storia (la discussione del ricorso in appello è in programma nel 2018) e si sono interessati alla fondazione in generale, andando oltre il caso dell’orfanotrofio. «I dubbi sulla vera natura di questa fondazione ci sono venuti fin da subito – ricostruiscono Pietro Vandini e Fabrizio Martelli, rispettivamente il capogruppo in consiglio comunale a Ravenna e un attivista per M5s –. La fondazione ne riunisce diverse altre nate da testamenti che fissavano scopi sociali verso determinate categorie disagiate. A giudicare dalle rette pagate per godere dei servizi sembrerebbe che non ci sia più questa attenzione verso quelle fasce della popolazione. Se le categorie sociali individuate non dovessero essere più individuabili in maniera netta si può continuare a perseguire una finalità sociale in ogni caso, che sarebbe un requisito necessario per l’esistenza della fondazione».
LE RETTE DEI SERVIZI AUMENTANO Si potrebbe però pensare che i grandi utili generati dal patrimonio immobiliare servano a finanziare le attività sociali, «che sarebbe una gestione in linea con la natura di una fondazione di questo tipo». Ma non è quello che raccontano i bilanci: «Le attività istituzionali vengono apparentemente gestite come attività imprenditoriali con costi di gestione coperti prevalentemente dalle rette pagate dagli utenti privati che usufruiscono del servizio a prezzi non proprio inferiori a quelli del mercato libero. Nei bilanci si dice che siccome queste attività sono in perdita o pareggio, sebbene la fondazione sia solida, si è costretti ad aumentare le rette per il pareggio. Ma quel quel pareggio ci sarebbe ugualmente, anzi emerge la stonatura dell’aumento delle rette pagate da chi usufruisce dei servizi quando la fondazione avrebbe la possibilità di erogarli a tariffe più basse forti della sua disponibilità». Un caso concreto è testimoniato dalla retta della scuola materna Morelli cresciuta di 30 euro tra il 2008 e il 2014.
DOTAZIONI FINANZIARIE PER 2,9 MILIONI Grillini e tecnici fanno un cerchiolino rosso attorno ai risultati del 2012, ultima annualità disponibile: «Figurano disponibilità liquide per 1.502.932 euro e titoli, obbligazioni e azioni, per 1.385.509 euro. Insomma ci sono grandissime dotazioni finanziarie mentre lo scenario tipico della fondazione dovrebbe essere quello di una società che utilizza le proprie risorse per le proprie finalità».
L’IMPOSIZIONE FISCALE I Cinque Stelle si sono avvalsi della collaborazione di un commercialista con in carichi nel collegio sindacale di una casa di cura privata: «Sostiene che la situazione non sia molto dissimile. Allora perché si chiama fondazione e non casa di cura privata srl?». Il cambio di natura commerciale sarebbe la soluzione più corretta secondo gli esponenti M5s: «Non è più una questione che riguarda solo le orfanelle, diventa un problema per tutta la comunità se si mette la veste di una fondazione addosso a una società che sembrerebbe avere altra natura». Il 2012 ha un imposizione fiscale di circa 100mila euro a fronte di oltre 4 milioni di ricavi: «Il dato di bilancio è questo ma va stimato guardando la dichiarazione dei redditi in quanto le tasse vengono pagate sull’imponibile, differenza tra costi e ricavi, al netto delle riprese fiscali».
LA REGIONE HA CONTROLLATO? Alla luce di tutto questo, in coordinamento con i consiglieri regionali, i rappresentanti ravennati del Movimento stanno valutando eventuali azioni da intraprendere nelle opportune sedi istituzionali. La Regione è l’organo deputato al controllo «ma una volta che vengono depositati i bilanci con l’approvazione del collegio sindacale è difficile vengano fatte verifiche aggiuntive. Può darsi saremo noi a chiederle».
LA (NON) REPLICA DELLA FONDAZIONE Prima di pubblicare le analisi del Movimento 5 Stelle, abbiamo ritenuto giusto contattare la fondazione Galletti Abbiosi Morelli Pallavicini Baronio perché potesse fornire chiarimenti sulla reale natura dell’utilizzo delle risorse patrimoniali e dell’attività svolta attraverso le proprie strutture. Abbiamo contattato la segretaria agli uffici della scuola Morelli chiedendo un incontro con un rappresentante della fondazione cui avremmo illustrato le perplessità esternate dai grillini con il supporto di un avvocato e un commercialista revisore legale. Ci è stato risposto che la fondazione non intendeva rilasciare alcuna dichiarazione su alcun argomento. La segretaria ci ha risposto che avrebbero atteso la pubblicazione dell’articolo per poi valutare eventuali repliche o provvedimenti. Abbiamo allora chiesto di potere avere alcune informazioni sulle attività svolte dalla fondazione per poter descrivere una realtà che fornisce servizi alla collettività che ad alcuni sono ignoti. Ci siamo rivolti all’avvocato Enrico Maria Saviotti, storicamente portavoce della curia di Ravenna. Questa la risposta ottenuta via email: «La richiesta rientra nell’ambito di un’informativa che spetta al cda autorizzare. Quindi, anche alla luce di quanto riferitovi dalla segreteria, ritengo che sia opportuno avanzare la richiesta di informazioni al cda». Per la cronaca la prossima riunione del consiglio è in programma per la fine di marzo. I contatti con la fondazione per questo articolo sono cominciati all’inizio di marzo.