L’annuncio del gruppo Nettuno in una assemblea cittadina dove il Comune non si è presentato. Suite ispirate a personaggi famosi
Al tavolo dei relatori, che non si sono sottratti alle domande e alle critiche dei cittadini, spiccava una sedia vuota: quella riservata a un rappresentante del Comune che la pro loco aveva invitato: la serata è stata posticipata già un paio di volte per andare incontro alle richieste dell’amministrazione e poi nessuno si è presentato suscitando non pochi malumori in sala. A metterci la faccia è stato Davide Benazzi: il presidente del consiglio territoriale era in sala come cittadino ma non si è sottratto all’invito di raccontare sinteticamente quanto fatto dal consiglio che ha solamente ruoli consultivi.
«Sarebbe tutto pronto per firmare la convenzione con il Comune – ha spiegato Rossi – e il progetto ha già la copertura finanziaria con l’appoggio della principale banca locale quindi potremmo aprire il cantiere il giorno stesso della firma sulla convenzione. Ma visto che siamo una impresa dialogante e non arrogante fatta da imprenditori di questo territorio, non siamo insensibili alle richieste che arrivano dai nostri concittadini e l’unica concessione che possiamo fare è quella di passare da Rta a albergo che è sempre stata la nostra volontà principale. Non è mai esistita l’ipotesi di una speculazione edilizia trasformando la struttura in un condominio di appartamenti».
Sadich, nato a Roma nel 1950, considera Ravenna come la sua seconda città visti i tempi trascorsi a queste latitudini a partire da quando la famiglia Ferruzzi-Gardini lo incaricò di costruire il Pala De Andrè. Ha voluto ribadire il valore simbolico della torre – «Non chiamiamolo grattacielo, quelli sono altre cose» – in una località che a suo giudizio manca di una idendità: «Segna la porta di ingresso del viale, rispondendo a una richiesta dell’amministrazione. Gli elementi alti servono a dare segnali a chi arriva da fuori, in architettura l’altezza è un segnale importante». Entrando nel merito del progetto il nuovo dettaglio emerso riguarda la torre ribattezzata “dei famosi”: ospiterà 48 unità abitative ognuna delle quali arredata ispirandosi a un personaggio famoso.
Ora si apre una nuova fase per l’eventuale modifica della natura della struttura ma Rossi si augura che il Comune sappia fornire risposte con tempi rapidi: «Siamo arrivati a questo punto dopo sette anni di discussioni avendo già speso sei milioni di euro per acquistare l’area dell’ex Xenos dalla Provincia e l’ex Hotel Internazionale da una società privata. Speriamo che ora non ci mettano altri sette anni per rispondere». Da qui anche la conferma che non possa essere altro che una provocazione quella lanciata a inizio serata da Rossi: «Se poi proprio non volete niente vorrà dire che metteremo uno chiosco per vendere piadina e salsiccia».