Meno bambini, meno materne A rischio i contratti di alcune maestre

Verso la chiusura alcune sezioni degli istituti comunali Restano invariati invece i contributi alle scuole private

asilo repertorioCalano i bambini, caleranno anche le sezioni di scuola dell’infanzia (3-6 anni), almeno quelle comunali. E questo già da settembre 2015 e in modo più consistente  a partire da settembre 2016. Il piano predisposto dal Comune di Ravenna per il 2016/2017 prevede che la statale Buon Pastore, sei sezioni ospitate in una struttura in affitto insieme alla scuola media San Pier Damiano, venga di fatto divisa in due. Quattro sezioni prenderanno infatti posto nella nuova scuola in costruzione nel quartiere San Giuseppe, in via Patuelli, che diventerà di fatto dunque una scuola statale ospitata in una struttura di proprietà comunale. Le altre due sezioni andranno invece a sostituire quelle della scuola Gioco Imparo di via Canalazzo, oggi comunale. Il saldo sarà dunque di due sezioni comunali in meno che vanno ad aggiungersi a quelle che già sono state progressivamente chiuse alla Rodari di via Pavirani. Qui c’erano fino a tre anni fa tre sezioni e a giugno 2015 chiuderà anche l’ultima rimasta aperta. A settembre, dunque la scuola non riaprirà e i locali saranno occupati dall’adiacente elementare Augusto Torre. A settembre peraltro anche a Punta Marina ci sarà una sezione in meno (cinque invece di sei) per mancanza di iscritti e nemmeno quest’anno sarà attivata la sezione Primavera della scuola di Porto Corsini. «Sono scelte – spiega l’assessore all’istruzione Ouidad Bakkali –  che tengono conto del fatto che gli iscritti sono in calo: al momento abbiamo 150 bambini in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ancora dati definitivi non sono disponibili, vedremo quante saranno le iscrizioni fuori termine, ma certo 150 bambini in meno ad aprile sono un numero considerevole».

Il che significherà, per stessa ammissione dell’assessore, qualche insegnante in meno. Il Comune lascierà quindi a casa qualcuno? «Le insegnanti a tempo indeterminato – spiega Bakkali – verranno ricollocate a sostituire i pensionamenti che comunque ci saranno. Ma sì, si può immaginare che calerà il numero dei contratti a tempo determinato». Il tutto mentre è in preparazione il nuovo bando per rifare le graduatorie degli insegnanti a cui attingere in futuro. Vero è che, viste anche le sempre maggiori ristrettezze di bilancio, al Comune non può dispiacere in questo momento poter risparmiare qualcosa. Risparmi che non riguarderanno però gli attuali affitti. I locali che saranno liberati dallo smembramento della Buon Pastore infatti andaranno tutti alla San Pier Damiano, la scuola media. «Non per ricavarne nuove aule – dice Bakkali – ma per farne laboratori e ampliare un po’ una scuola che è un po’ sacrificata, in attesa che venga costruita una nuova struttura». Nuovo edificio di cui al momento non c’è però traccia nei piani del Comune che paga e continuerà a pagare alle suore proprietarie dell’immobile una cifra intorno ai 100mila euro l’anno per l’affitto. La San Pier Damiano è la scuola dove oggi, dopo il dimensionamento scolastico, si iscrivono i bambini che escono dalle elementari Morelli e Riccardo Ricci in un istituto comprensivo che oggi conta la Buon Pastore e il prossimo anno includerà le due nuove materne statali che nasceranno dallo smembramento della precedente.

asilo disegnoIl centro storico resterà però piuttosto scoperto in fatto di materne. «La distribuzione delle scuole dell’infanzia non è omogenea sul territorio, in centro resterà la Garibaldi, ai giardini pubblici. Poi ci sono la Landoni e anche il Gabbiano che sono limitrofe al centro. Ma ho verificato personalmente: gran parte delle famiglie che portano i bambini alla Buon Pastore non risiedono in centro». Centro o non centro, certo è che a fronte del calo di bambini il Comune sta scegliendo di chiudere sezioni di scuole materne comunali mentre resta invariato al momento il contributo alle scuole private cattoliche Fism convenzionate, da sempre peraltro oggetto di spaccature tra l’ala più laica della maggioranza e quella cattolica.
Chi difende la convenzione ha sempre portato tra i propri principali argomenti la necessità di queste scuole per poter rispondere alla domanda delle famiglie e non lasciare bambini fuori. Ma certo, nel momento in cui si rende necessaria la chiusura di sezioni comunali per mancanza di bambini, la situazione sembra mutata.

«La convenzione scade nel 2017 – spiega Bakkali – e la prossima amministrazione dovrà certamente considerare il mutato contesto.  Resta però vero che ci sono aree del forese dove la scuola Fism è l’unica opzione per le famiglie, a meno che non vogliano fare dieci chilometri». Di certo questo non è vero per la città dove di fatto, tra centro storico e Borgo San Biagio verranno meno due sezioni pubbliche e dove, par di capire, non caleranno le sezioni Fism che ricevono contributi e che richiedono anche il pagamento di una retta alle famiglie. Il consiglio comunale nel 2011 aveva votato per elargire, a partire dal 2013, oltre 14mila euro per ogni sezione convenzionata promettendo una commissione per verificare l’andamento dell’accordo al termine di ogni anno solare. Nessuna commissione è stata però a oggi convocata.

Nidi: meno iscritti anche nella fascia 0-3 anni
Oltre ai bambini 3-6 anni, sono in calo anche gli iscritti ai nidi nella fascia 0-3 anni, una situazione questa che rischia di mettere in crisi le scuole private che oggi possono contare su una convezione per abbassare le tariffe e renderle competitive, convenzione di cui il Comune potrebbe però non avere più bisogno per garantire l’offerta di posti già dal 2016/2017. Intanto, la Regione ha annullato i voucher per i nuovi iscritti, anch’essi utili ad abbattere le rette nei nidi privati ma ritenuti appunto non più strategici visto il calo dei bambini. 

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