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    Categoria: società

Scuola, sciopero record: 75 percento di adesione in provincia e istituti chiusi

Cgil: «I fischi per Renzi non sono solo tre. Ora deve ascoltarci» Paglia (Sel): «Il Governo ritiri il Ddl e magari ritiri anche se stesso»

Altissima anche in provincia di Ravenna l’adesione allo sciopero della scuola indetto oggi (5 maggio) da Cgil, Cisl, Uil e Snals contro la riforma voluta dal Governo Renzi. Molte le scuole chiuse e si parla, dati parziali, di un’adesione di quasi il 75 percento del personale scolastico, un dato però ancora non definitivo proprio perché molte scuole, rimaste chiuse non hanno comunicato i dati. A livello nazionale si parla di un 80 percento di adesione. Secondo i dati parziali dell’ufficio scolastico regionale in provincia alla scuola materna l’adesione è stata del 84 percento (261 su 310), 82 percento alla primaria (888 su 1.076), 79 percento alle medie (464 su 588), 68 alle superiori (453 su 670). Tra i 21 dirigenti scolastici della provincia invece non risulta nessun aderente allo sciopero. Ma, va ricordato ancora una volta, sono dati parziali in continuo aggiornamento.

La responsabile scuola della Cgil di Ravenna, da Milano dove si tiene una delle manifestazioni principali e dove erano diretti i due pullman in partenza da Ravenna, si dice soddisfatta: «A questo punto – dice Marcella D’Angelo – per il Governo è arrivato il momento di smettere di snobbare i lavoratori della scuola, docenti e non docenti, che hanno dimostrato di esserci». Era dal 2008 che nel mondo della scuola non c’era uno sciopero unitario: «Renzi ha detto che non saranno tre fischi a fermarlo, ma oggi solo a Milano i fischi saranno stati 40mila. Renzi ha il dovere di ascoltare la nostra protesta che non è fondata sul nulla».

In piazza, ma a Roma, anche il parlamentare ravennate Giovanni Paglia (Sel) che sulla sua pagina di Facebook scrive: «Roma, Piazza della Repubblica e una sola certezza: oggi a scuola non c’è nessuno, perché la lezione la dà la piazza. Il Governo ritiri immediatamente il Ddl e promulghi il decreto per i precari. Poi magari pensi anche a ritirare se stesso».