Advs, i giovani mollano e c’è chi denuncia di aver lavorato in nero

Continua la faida tra i donatori sangue: toni infuocati all’assemblea Gli Under28 restituiscono le maglie. 20 voti su 55 contro la presidente

Scambi di accuse con velate minacce di querela, sospetti di scarsa trasparenza nella gestione dei fondi pubblici, dubbi su possibili evasioni fiscali, autodenunce di lavoro nero, nove giovani che restituiscono la maglia e lasciano i ruoli organizzativi e l’annuale relazione del presidente approvata incassando venti voti contrari sui 55 presenti all’assemblea generale. Clima teso all’assemblea sociale di Advs, associazione donatori volontari sangue, andata in scena nella mattinata del 7 giugno a Porto Fuori. «Una giornata di festa davvero per tutti», è invece il commento della presidente Monica Dragoni che si legge in un comunicato stampa diffuso all’indomani dell’appuntamento in cui non si trova traccia dell’esito delle votazioni sulla relazione 2014 ma nemmeno delle critiche sollevate da alcuni degli associati.

Le tensioni interne all’Advs, una delle due associazioni senza fini di lucro attive in provincia per incentivare e sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della raccolta sangue, sono cosa nota da alcuni mesi. A febbraio su queste pagine (vedi tra gli articoli correlati) raccontammo la spaccatura emersa nel consiglio direttivo appena sei mesi dopo il rinnovo delle cariche: l’addio di due membri (e la conseguente sostituzioni con i primi dei non eletti forti di appena un voto a testa) e la rinuncia alla carica di presidente da parte di Franco Bencivelli sostituito da Dragoni. Una faida fra due fazioni opposte dove ognuna accusa l’altra di scorrettezze finendo per assomigliare a giochi di potere che zavorrano un’associazione capace degli anni di mettere in campo diverse iniziative di solidarietà e sensibilizzazione.

L’ultimo atto dello scontro intestino si è visto, come detto, nella calda mattinata di domenica nella struttura allestita all’Acquae Sport Center. Il tenore della mattinata lo si è capito ben presto con lo scontro sul tempo a disposizione di ogni associato per il suo intervento successivo alla lettura della cosiddetta relazione morale affidata al presidente. Mai finora si era posto un tetto di tempo ma ieri la proposta arrivata dal tavolo dirigenziale è stata di tre minuti. Ben oltre è andato invece Bencivelli salito in cattedra per riversare ancora una volta, dopo averlo fatto al momento delle sue dimissioni da presidente, pesanti accuse all’indirizzo di Flavio Vichi, segretario organizzativo e responsabile della comunicazione. «Ancora?», è stato il commento borbottato da più di qualcuno che evidentemente è stanco di vivere un clima di perenne battaglia. Da Bencivelli parole taglienti che hanno attirato qualche urlo contro l’ex primario del servizio trasfusionale di Ravenna. C’è chi ne vorrebbe l’espulsione con disonore. Nulla che sorprenda l’ematologo: «Io tiro dritto, mi fermeranno gli urli». A suo dire avrebbe tentato in ogni modo di arginare l’espansionismo vichiano considerandolo dannoso per l’organizzazione e l’armonia del gruppo dovendo anche intervenire per evitare un caso di possibile evasione fiscale.

Il gesto più spettacolare è stato quello inscenato dal gruppo dei giovani. Due di loro hanno preso parola leggendo i propri interventi tradendo emozione e dispiacere per ritrovarsi in un’associazione che a loro giudizio sembra non voler dare il giusto spazio alle nuove leve. E anche qui il dito è puntato contro Vichi. Ma toni pacati, nemmeno un urlo a differenza di quanto fatto prima da altri che sarebbero la parte esperta dell’Advs. Però messaggi chiari. E il gesto conclusivo: in fila uno dopo l’altro hanno restituito le magliette blu dell’associazione. Da adesso continueranno a donare sangue perché credono nell’importanza della donazione ma non hanno intenzione di impegnarsi più per le iniziative rivolte al coinvolgimento di giovani per trovare nuovi donatori per dare futuro all’associazione. Qualcuno è pronto a giurare che siano manovrati dall’alto nella stessa guerra che sta dilaniando l’associazione. E qualcun altro prova a snocciolare un consiglio: «Metteteci una pietra sopra». Di sicuro c’è che le loro facce durante la sfilata sotto gli occhi di tutti raccontavano uno stato d’animo di disagio.

Vichi non è rimasto a guardare. Mentre lo accusavano ha ascoltato impassibile a braccia incrociate al tavolo della dirigenza indossando la maglietta blu Advs. Poi ha preso parola, ha respinto le accuse partendo da un aspetto significativo: «Il consiglio direttivo ha appoggiato ogni mia mossa altrimenti non sarei qui». Ai giovani ha assicurato che hanno ancora possibilità di utilizzare la pagina Facebook ufficiale e a tutti gli altri ha garantito di aver ridotto le spese di alcuni contratti siglati dalla precedente gestione perché «dobbiamo rendere conto di cosa spendiamo visto che si tratta di soldi pubblici». E in effetti fu proprio per questo che a febbraio chiedemmo alla presidente le cifre del bilancio senza riceverle nonostante fossero state pubblicate sulla rivista periodica dell’associazione. E lo stesso è accaduto quest’anno: nel 2014 l’associazione ha avuto ricavi per 480mila euro (420mila vengono dall’Ausl) e costi per 500mila di cui la metà per il personale medico e amministrativo. Nel 2013 le voci erano rispettivamente 514mila (ricavi) e 519mila (costi).

A metterci poi il carico su tutto è stata una delle dipendenti amministrative in forza all’associazione oggi affiancata dai tanti volontari. In piedi, a beneficio di tutti i presenti, non ha usato mezzi termini: «Ho lavorato in nero per l’associazione». Un’autodenuncia che risalirebbe agli inizi del rapporto lavorativo diversi anni fa poi regolarizzata e, secondo quanto trapelato, con un inquadramento contrattuale anche superiore al minimo che avrebbe richiesto la legge.

Insomma più che un’assemblea sociale è stato un redde rationem di un paio di ore puntando il dito alla ricerca di chi sia il più responsabile della frattura e chi sia il primo da mettere all’angolo. Tutto questo mentre il resoconto dell’attività 2014 dice che le donazioni raccolte sono in calo. Alla fine del 2014 i soci erano 8.052 ma i donatori attivi erano 5.166, in riduzione rispetto al 2013 come il numero donazioni da 11.613 a 11.224.

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