Dal deserto dei Gobi un messaggio in una bottiglia di vodka siberiana

Dalla Mongolia un’altra pagina del diario di viaggio dei due ravennati partiti nel 2013 in bici per completare il giro del mondo in cinque anni

Hanno superato il 900esimo giorno di viaggio, partiti da Ravenna sono ora in Siberia dopo aver percorso quasi 40mila km in bicicletta. È il giro del mondo di Marco Meini e Giovanni Gondolini, il Magio Bike Tour che riporterà i due ravennati a casa nel 2018 dopo cinque anni pedalando attorno alla Terra. Secondo i piani, dovrebbero restare in Siberia fino a Ferragosto (poi Corea del Sud e Giappone). Sul sito e sulle pagine del nostro settimanale stiamo seguendo il loro viaggio. Qui di seguito pubblichiamo un paio di articoli di Gondolini, inviati dalla Mongolia durante una settimana di pausa dopo la traversata del deserto dei Gobi e prima di partire diretti a Vladivostok. Altri, anche di Meini, li avete trovati sull’ultimo numero del settimanale uscito il 30 luglio. Tra i correlati le puntate precedenti del diario di bordo. In fondo alla pagina una gallery di foto dall’altra parte del mondo.

CHI E’ DENTRO, E’ DENTRO. LA GRANDE MURAGLIA

Siamo grandi e ricchi, così pensavano gli imperatori cinesi mille anni fa. Dobbiamo proteggerci dagli stranieri, dalle invasioni, dai mongoli. Non ci sono montagne abbastanza impervie da isolarci e nemmeno fiumi possenti dietro cui trincerarci. Ergiamo un muro dunque, una massiccia e alta parete. Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori, pensavano. Nasce così la Grande Muraglia Cinese. Costruita in più tempi, da più mani, contro diversi nemici.

Ma un muro ha mai funzionato? Gli stessi Qing, ultima dinastia di imperatori che regnò per circa trecento anni, provenivano dalla Manciuria, regione esterna alla muraglia. Trovarono una breccia, sconfissero i Ming e governarono. Quella enorme fatica di mattoni su mattoni erti sulla cresta delle alture, non scoraggiò neanche Gengis Khan, che con il suo esercito entro in Cina ed imperò. Non certo The Great Wall poteva fermare le mire del più grande impero di tutti i tempi.

Franco Farinelli, docente di Geografia dell’Università di Bologna, ci indica cosa veramente fu quel muro. Le nostre barriere per impedire agli altri di entrare sono perlopiù un’arma a doppio taglio, dove noi che le edifichiamo finiamo per avere la peggio. La Cina, con la muraglia prima e una chiusura politica poi, si costruì una prigione e si auto isolò. Chi era fuori con la forza riusciva ad entrare, ma chi era dentro non poteva uscire. Fu Marco Polo a portare un po’ di Oriente nei canali di Venezia, non certo il contrario.

In questo nuovo ventunesimo secolo la Cina appare un po’ più aperta, quella muraglia è meta turistica. Guardandoci bene però, quella immensa costruzione ha lasciato al suo interno un sentore di diffidenza. I cinesi tendono ancora a serrarsi in casa, a barricare le finestre, a non invitarti in casa per un tè. Il muro sovente è nello sguardo. Costeggio un fiume, risalgo la corrente in una insenatura stretta, scavalco la muraglia e mi ritrovo in Mongolia. Loro non hanno occlusioni, non hanno mattoni, hanno poco che possa essergli rubato. Inizia la sabbia e la steppa. C’è una tenda tonda. Il nomade che la vive immediatamente mi invita ad entrare.

SEGNI DI AMORE NEL DESERTO

Deserto quando ti incontro tremo. Mi intimorisci ma non mi fermi, ho bisogno di attraversarti e di conoscermi. È sparito anche l’unico albero così come la mia ultima e inutile sicurezza. L’erba gialla e morta è l’estremo confino, posso ancora tornare indietro, ma non lo faccio mai. Sabbia secca, sassi sterili, serpenti solitari, suoni silenziosi, sole sempre. Sole sempre.

In questo desolante nulla, nostalgicamente abbandonato, lento come appare un aereo in cielo, trovo l’impensabile nel Gobi: segni inconfondibili di Amore. Un piccolo cavallo mongolo lecca la criniera della sua amica e lei, giocosa, gli trotta intorno strisciando la coda nel suo mantello liscio. Io e Marco abbiamo la pelle bruciata e dura, le nostre ombre sull’asfalto sembrano di cavalieri erranti su piccoli pony carichi e stanchi.

Mi accovaccio per terra per mangiare qualcosa. Due bimbe e un fanciullo poco più grande si avvicinano. Hanno corso allontanandosi dal loro magro gregge di pecore per salutarci. Il maschietto gioca al cowboy e io sorrido pensandolo già promesso sposo a una delle due pastorelle. Queste terre pur non offrendo tanto, lo faranno innamorare e quasi sicuramente sarà l’unica amica vicina di tenda la fortunata. Riprendo la marcia, la luce è trasparente e annulla le distanze.

Guardo un promontorio che sembra vicino, ma l’assenza di riferimenti mi inganna: mi serviranno due ore per raggiungerlo. Così i pensieri come sempre volano da te che sei così lontana, ma mi sembri affianco. Avverto la tua mancanza anche in questo luogo dove non c’è acqua e cibo, ma c’è vita ed energia. Ti parlo fra me e me mentre un cammello mi attraversa la strada; come a leggermi nel pensiero raggiunge il branco, ha bisogno del conforto del gruppo. Mi dondolano affianco per un po’, guardandomi stupiti e lessi, poi spariscono.

Oltre l’orizzonte tutto è magicamente azzurro, solo qualche nuvola carica di vapore per regalarci speranza e illusione. Una buffa lucertola scivola fra le ruote, un insetto rosso si riposa sulla mia spalla e una coppia di gazzelle furtive scappa oltre le dune senza lasciarsi fotografare. Il deserto è attorno a tutto ma non mi spaventa più. Lo corteggio sudato e assetato di giorno, infreddolito e stellato di notte. Poi pianto la tenda e durante il tramonto lungo, ti scrivo una lettera. Il mio messaggio entrerà in una bottiglia vuota di vodka siberiana. Ti appoggerò nel letto di un fiume in secca, tutto ghiaia e ciottoli. Aspetterà l’inverno questa lettera e la neve abbondante. In primavera poi la neve si scioglierà e rivoli d’acqua, dalle montagne mongole, scenderanno fino alla valle ora arida e vuota. La forza dei flussi abbraccerà questa bottiglia e nuoterà fino al grande fiume per tuffarsi nell’oceano Pacifico oltre la Kamchatka. Un’onda forte ti farà navigare nel tempo e nello spazio e le parole di un amore nel deserto arriveranno a te. Il deserto ha bisogno dell’illusione dell’acqua così come la vita dell’illusione dell’amore.

NATURASI BILLB SEMI FAVE PISELLI 17 – 26 05 24
SAFARI RAVENNA BILLB 13 – 19 05 24
RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24