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    Categoria: società

Un muro tra anziani e immigrati

Ingressi separati per La Quercia e Casa delle culture L’operatrice: «Ha un aspetto simbolico, noi siamo per l’integrazione»

È tinteggiato di fresco con un bianco candido: è il muro costruito in agosto nell’atrio di una palazzina di proprietà del Comune di Ravenna in piazza Medaglie d’oro per separare gli ingressi alla Casa delle culture e al centro sociale La Quercia. Il luogo di riferimento per oltre cinquanta associazioni di immigrati sta al primo piano mentre il piano terra è ritrovo di anziani e pensionati tra una briscola e una cena. Avevano un unico accesso in comune ma non sarà più così: venti giorni di lavori costati circa 22-23mila euro hanno permesso l’innalzamento di un muro nell’atrio che racchiude la tromba delle scale e la realizzazione di una nuova entrata laterale che porterà esclusivamente al piano superiore mentre l’entrata per il centro anziani sarà dal retro dell’edificio. E il portone principale che affaccia sulla piazza? Resterà chiuso: catene e lucchetti alle inferriate per sottrarre il piccolo porticato a chi, stando alle lamentele degli anziani, ciondola senza scopi nella piazzetta e lo aveva eletto a spazio dove urinare o gestire affari non sempre legali con tanto di richieste di interventi alle forze dell’ordine.

Clima da apartheid? Fine dei tentativi di convivenza e integrazione tra anziani e immigrati? Da La Quercia, attraverso il presidente da sei anni Casimiro Calistri, assicurano che è tutt’altro: «Con i lavori, che abbiamo pagato noi grazie alle disponibilità del nostro bilancio, avremo una migliore organizzazione degli spazi. L’atrio non sarà più un luogo di passaggio poco sfruttato ma diventerà una sala che useremo per proiezioni e eventi. E ora che ognuno ha il suo ingresso saranno più chiare anche le responsabilità su aperture e chiusure». Perché le due realtà hanno orari diversi e la porta era continuamente aperta: «Non c’era controllo, è capitato che restasse aperta anche di notte senza capire chi l’avesse dimenticata, ma è anche successo di trovare persone nell’atrio che non dovevano stare lì…».

Non fa polemiche Antonella Rosetti, responsabile della Casa delle Culture, e sulla scelta dell’intervento rimanda tutto all’indirizzo politico impresso dagli assessorati competenti. Ma nelle vesti di operatrice sul campo non si sottrae a una riflessione e non si limita a considerarla un’opera edilizia: «Un muro è una separazione e noi lavoriamo per l’apertura, la contaminazione e il meticciamento. Il nostro approccio non cambierà ma un muro ha anche un significato simbolico e dobbiamo interrogarci su quanto l’aspetto simbolico di un muro costruisca la realtà o l’immaginario collettivo». Se sarà una battuta d’arresto in quel lavoro di «meticciamento» è presto per dirlo: «Noi continueremo a lavorare per l’integrazione ma non possiamo ancora sapere come verrà percepita la cosa».

Ma la convivenza com’è stata finora? Calistri e Rosetti sono concordi nel non vedere particolari disagi. «Qualche anziano che fatica a tollerare gli stranieri può esserci stato – dice il primo – ma sono casi isolati che personalmente ho sempre ammonito. Durante l’estate ad esempio le associazioni utilizzano il nostro gazebo in giardino per le lezioni agli stranieri e potranno utilizzare la nuova sala quando ne avranno bisogno». Raggiungibile solo passando dall’esterno? Calistri annuisce. In effetti un bisogno di spazi c’è, lamenta la mediatrice culturale: «Luoghi di aggregazione dove confrontarsi. Ma la modifica del muro non ha ridotto i nostri spazi, è un problema che c’era e permane».

Se la convivenza tra anziani e stranieri viaggia sul binario della cordialità, non si può dire altrettanto quando si parla di chi si muove in piazza se si è deciso di ingabbiare il porticato e retrocedere sul retro. Una sconfitta? «In un certo senso sì, bisogna ammetterlo – riconosce Calistri –. Abbiamo provato la strada del dialogo ma non sembra che dall’altra parte ci sia interesse ad ascoltare. Ci sono stati episodi poco piacevoli e abbiamo preso una decisione diversa. Le forze dell’ordine sono informate di chi frequenta la piazza e ogni tanto passano per i controlli».