Ingressi separati per La Quercia e Casa delle culture L’operatrice: «Ha un aspetto simbolico, noi siamo per l’integrazione»
Clima da apartheid? Fine dei tentativi di convivenza e integrazione tra anziani e immigrati? Da La Quercia, attraverso il presidente da sei anni Casimiro Calistri, assicurano che è tutt’altro: «Con i lavori, che abbiamo pagato noi grazie alle disponibilità del nostro bilancio, avremo una migliore organizzazione degli spazi. L’atrio non sarà più un luogo di passaggio poco sfruttato ma diventerà una sala che useremo per proiezioni e eventi. E ora che ognuno ha il suo ingresso saranno più chiare anche le responsabilità su aperture e chiusure». Perché le due realtà hanno orari diversi e la porta era continuamente aperta: «Non c’era controllo, è capitato che restasse aperta anche di notte senza capire chi l’avesse dimenticata, ma è anche successo di trovare persone nell’atrio che non dovevano stare lì…».
Ma la convivenza com’è stata finora? Calistri e Rosetti sono concordi nel non vedere particolari disagi. «Qualche anziano che fatica a tollerare gli stranieri può esserci stato – dice il primo – ma sono casi isolati che personalmente ho sempre ammonito. Durante l’estate ad esempio le associazioni utilizzano il nostro gazebo in giardino per le lezioni agli stranieri e potranno utilizzare la nuova sala quando ne avranno bisogno». Raggiungibile solo passando dall’esterno? Calistri annuisce. In effetti un bisogno di spazi c’è, lamenta la mediatrice culturale: «Luoghi di aggregazione dove confrontarsi. Ma la modifica del muro non ha ridotto i nostri spazi, è un problema che c’era e permane».
Se la convivenza tra anziani e stranieri viaggia sul binario della cordialità, non si può dire altrettanto quando si parla di chi si muove in piazza se si è deciso di ingabbiare il porticato e retrocedere sul retro. Una sconfitta? «In un certo senso sì, bisogna ammetterlo – riconosce Calistri –. Abbiamo provato la strada del dialogo ma non sembra che dall’altra parte ci sia interesse ad ascoltare. Ci sono stati episodi poco piacevoli e abbiamo preso una decisione diversa. Le forze dell’ordine sono informate di chi frequenta la piazza e ogni tanto passano per i controlli».