Auser, quando i pensionati fanno i volontari per aiutare gli anziani

L’attività dei seicento iscritti tra spesa e farmaci a domicilio, orti e animazioni

Tra le realtà più importanti del volontariato rivolto in particolare, ma non solo, a chi è in pensione c’è senza dubbio Auser, associazione che è una costola di Cgil. Tra Ravenna e Bassa Romagna conta 2.086 volontari di cui 584 attivi (l’altra costola provinciale è tutta faentina). La presidente è Mirella Rossi, 64 anni, pensionata da due anni: «Tra i nostri iscritti non ci sono solo persone che vengono dalla Cgil, almeno un terzo si avvicinano magari perché ci hanno conosciuto attraverso uno dei servizi che svolgiamo e non ci sono solo pensionati, anche se sono la larghissima maggioranza. Ultimamente si sono avvicinate anche persone che hanno perso il lavoro, superati i 50 anni e non possono ancora accedere alla pensione».

Volontari in gran parte pensionati, molti servizi (Auser si occupa di tantissimi progetti, come si può evincere anche dal loro bel sito www.auserravenna.it) rivolti prevalentemente agli anziani. «Sì, perché il bisogno degli anziani soli è crescente e così per esempio è sempre più richiesto Ausilio, il servizio per ricevere la spesa a casa realizzato con coop Alleanza 3.0. O  Pronto Farmaco, per cui andiamo a prendere la ricetta dal medico e portiamo il medicinale a casa delle persone». Oltre cinquecento solo nel 2016 le richieste ricevute.

Ma volontari Auser si trovano anche all’ospedale, tra Pronto Soccorso, e via Missiroli e al Cmp, per fornire informazioni e ausilio. «Diciamo che in media fanno due mattine alla settimana ognuno, una decina di presenze al mese, ma avendo un numero così importante di volontari riusciamo a dare continuità. Certo, dietro c’è una bella organizzazione». Organizzazione appunto fatta da volontari (la stessa Rossi svolge il ruolo di presidente a titolo gratuito) con l’eccezione di un dipendente part-time per la gestione amministrativa. E che si occupa anche degli aspetti meno assistenziali e più “sociali” che riguardano, ancora una volta, prevalentemente la cosiddetta terza età. Tra questi c’è per esempio il grande progetto degli orti cittadini (anche se qui, ci dice Rossi, non mancano anche molti giovani, che magari fanno i turni al lavoro) e anche la gestione di alcuni centri sociali tramite convenzione in cui si organizzano gite, mostre, incontri.

A questo si affiancano nuove progettualità come l’inserimento in progetti di cura del bene comune, in particolare del verde,  di pazienti del Sert (il servizio per la cura delle tossicodipendenze) e anche di cinque “messi in prova” cioé persone che hanno commesso reati minori e possono dedicarsi a lavori utili in alternativa alla pena da scontare. Un’altra novità in arrivo, richiesta dallo stesso Comune di Ravenna all’Auser, è l’apertura in alcuni locali vuoti di via Eraclea di un osservatorio sociale sul modello di quello già esistente nella “casetta” di via Sant’Alberto. «Sono luoghi che poi diventano centri di ascolto e di confronto, di sostegno alle piccole attività quotidiane – ci spiega Rossi –  in una zona dove abitano molti anziani. Possiamo dare una mano per prendere appuntamenti, compilare un modulo… Stiamo preparando un progetto con l’Ammnistrazione e Acer».

Insomma, in un territorio che sta invecchiando tanto, una realtà come Auser sembra sempre più utile. Ma il tema dell’allungamento dell’età pensionabile riguarda anche i suoi stessi volontari. «Sì, con il fatto che le persone vanno in pensione sempre più tardi, hanno sempre meno voglia ed energie da mettere a disposizione, sono stanche. Lo stiamo già vedendo accadere». Anche perché, ci dice sempre Rossi, i volontari Auser sono molto spesso non solo essenziali agli utenti di tanti servizi, ma anche alle loro famiglie, essendo e facendo i nonni a tempo pieno. «È sempre un incastro per tutti: molti portano i nipotini a scuola, fanno servizio e poi tornano a prenderli. E rinunciano a venire quando i piccoli sono ammalati… per fortuna la nostra è una generazione abituata a organizzarsi e a fare tante cose diverse».

I volontari macinano anche parecchi km. Oltre 120mila quelli percorsi in un anno tra Ravenna e Marina di Ravenna per accompagnare 590 persone (ma per alcune di queste si sono fatti più viaggi, fino a 49) a visite mediche o esami clinici. In questo numero sta uno dei servizi in maggiore aumento di Auser dovuto all’invecchiamento della popolazione e al fatto che cresce la solitudine negli over 75. «Talvolta sono i famigliari a chiamarci – spiega la presidente Mirella Rossi – perché non posso prendere l’ennesimo permesso dal lavoro. Questo servizio è in crescita e, come ho già detto alla politica, credo dovrebbe essere in qualche modo istituzionalizzato. Non siamo i soli a svolgerlo, ci sono anche Ada e Pubblica Assistenza, per esempio, ed è sempre più necessario. Parliamo solo di accompagnamenti sociali e non sanitari». Si tratta, secondo Rossi, anche di uno dei servizi che più di altri si potrebbero porre sul confine tra volontariato e lavoro retribuito. «Sì, è un tema che mi pongo spesso. E credo che per una società che voglia guardare al futuro, e il futuro è una popolazione che invecchia, sia sempre più necessario immaginare anche nuovi servizi per gli anziani».

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