«Ero a cena fuori altrimenti sarei passato nel punto della sparatoria»

Il racconto di Stefano è una delle storie dei molti ravennati a Parigi Antonella: «Oggi non resto in casa, voglio continuare la mia vita»

Per turismo o per lavoro, da anni o da poche settimane: sono tante le storie di ravennati che si trovano nella Parigi colpita da una serie di attacchi terroristici che nella serata di venerdì 13 novembre hanno causato almeno 120 morti e duecento feriti. In queste ore stiamo contattando alcuni di loro raccogliendo le testimonianze di come hanno vissuto i momenti di terrore e di come stanno vivendo il giorno dopo.

Se vivi in una città con oltre due milioni di abitanti può anche succedere che le notizie sugli attentati terroristici in corso ti arrivino via sms dall’Italia. È quello che è successo a Stefano Pezzi, 30enne che da tre anni lavora come fotografo e educatore nella capitale francese: «Ero fuori per lavoro e sarei dovuto rientrare ma mi sono fermato a cena nel Marais con un’amica. Verso le 22.20 hanno iniziato a tempestarmi di sms e chiamate e ho capito che stava succedendo un macello. Ho cominciato a vedere la gente che tornava a casa preoccupata e mezzi di soccorso ovunque. Alla fine ho deciso di dormire da amici per stare al sicuro». La scelta di restare fuori a cena, col senno di poi, potrebbe avere avuto un peso non da poco: «Abito in una perpendicolare di rue De la fontaine au roi dove hanno sparato in strada, a poca distanza da rue Bichat dove c’è il Carillon, un bar che fino a poco tempo fa frequentavo spesso». Salvato da una cena fuori? «Diciamo che se non mi fossi fermato di sicuro avrei attraversato rue De la fontaine au roi nel punto in cui hanno sparato perché è di strada verso casa. Ma mi rendo conto che la cosa è stata talmente veloce che le probabilità di passarci proprio nel momento preciso sarebbero state comunque basse, ma certo che il pensiero poi l’ho avuto…». Stamattina rientrando a casa uno scenario orribile: «Ovunque c’è sangue coperto da segatura. Sono entrato in un bar e ho avuto la sensazione di un’aria di tranquillità macabra, sono tutti spaesati». Le ore drammatiche sono alle spalle ma lo stato d’animo all’indomani non è certo sereno: «Diciamo che non ho paura a girare ma provo un sentimento di disagio e ovviamente passare e vedere la terrazza di un bar dove vado a bere spesso mitragliata con sangue per terra mi angoscia pesantemente».

A cena con Stefano c’era un’altra ravennate, Antonella Garro. Si è trasferita da diversi mesi per motivi di studio: «Dal ristorante a un certo punto abbiamo sentito degli scoppi ma abbiamo pensato a fuochi d’artificio. Poi siamo andati a casa e mi ha chiamato mia madre». La risposta di Antonella ai terroristi sarà quella di non cambiare i programmi per il sabato: «Avevo deciso di andare a una mostra e così farò, spero che non l’abbiano cancellata. Ho bisogno di uscire di casa, non ce la faccio a restare dentro».

La fiera di fotografia Paris Photo ha attirato nella capitale diversi appassionati e professionisti. Silvia Bigi, titolare dello studio Lilith in via di Roma a Ravenna, è là: «Sono uscita da un concerto e gli amici francesi che mi ospitavano mi hanno telefonato per avvisarmi di cosa stava succedendo. Siamo rientrati subito e abbiamo visto tutto online». Con Silvia erano a Parigi anche Silvia Loddo dell’Osservatorio Fotografico, Valentina Venturi e Emiliano Biondelli di Nasty Nasty.

Poco prima che tutto succedesse c’era stato anche l’incontro casuale a una stazione della metro con l’assessore comunale Ouidad Bakkali. Aveva un tavolo prenotato al ristorante Le Petit Cambodge nel decimo arrondissement e prima della cena è entrata al bar Carillon di fronte per un aperitivo: i due locali sono tra gli obiettivi colpiti dai terroristi. Come già raccontato nella serata di ieri raccogliendo la sua testimonianza (vedi articoli correlati), Bakkali era al Carillon quando sono cominciati gli spari. Si è gettata a terra e ha raccontato di aver visto morire gente a poca distanza da lei.

Anna Zattoni di certo non si aspettava così le prime settimane da parigina. Si è trasferita da poco con il compagno, Roberto Pasini, web designer emigrato in Francia dopo otto anni trascorsi a Ravenna. I due erano a casa e avevano ospiti altri quattro amici ravennati trasferitisi a Parigi. Così la ravennate racconta la serata: «All’improvviso ho ricevuto mille sms ma non ho capito cosa stesse succedendo perché vivo più a sud, nel 15esimo». Poi la situazione si è fatta più chiara e stamattina aprire la finestra è stato desolante: «Mi sono affacciata ed è un deserto. Consigliano di non uscire di casa». I quattro amici hanno trascorso da loro la notte.

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