Il Santerno si difende e teme il complotto «Non vogliamo più arbitri da Ravenna»

La società di calcio nega gli insulti razzisti all’arbitro. La vicenda sul tavolo del sindaco: «Ho visto un video dei fatti. Punire i responsabili»

«Chiederemo di non avere più arbitri di Ravenna, quando vengono da altre sezioni non succede mai nulla di clamoroso. Questo mi fa pensare che ci sia un accanimento contro di noi da Ravenna anche se non so spiegarmi il motivo». Fabrizio Bezzi, dirigente del Santerno, sembra sentire puzza di complotto arbitrale: la sua società calcistica è stata protagonista di una accesa domenica con i carabinieri intervenuti al campo di casa a fine partita per scortare il fischietto che aveva diretto la gara contro la Virtus Faenza e due dirigenti della sezione arbitrale provinciale che erano in tribuna.

Il clima durante i 90 minuti è stato piuttosto caldo: il tutto sarebbe scaturito da un’espulsione ai danni del Santerno (che poi ha comunque vinto la partita) decretata dal giovane arbitro Durim Xhafa, 18enne ravennate di origine albanese. Dagli spalti sarebbero partiti gli insulti al direttore di gara e poi anche alla squadra avversaria, ai sostenitori ospiti e ai vertici degli arbitri presenti in tribuna. La presidente degli arbitri, Barbara Panizza, parla di insulti razzisti e minacce.

Tutto smentito da Bezzi: «Minacce di morte e insulti razzisti proprio no, anche perché il pubblico non poteva mica sapere che l’arbitro fosse albanese. Non nego che la situazione fosse accesa ma è diverso da come ne parla Panizza». E allora il consigliere della società biancazzurra abbozza una sua lettura dei fatti: «Quando vengono arbitri di Faenza, Lugo o Forlì non capitano le cose insensate che ci capitano quando siamo arbitrati da arbitri di Ravenna e fioccano le multe alla società». Un copione già visto che portò la società già l’anno scorso a chiedere di non avere arbitri ravennati, una concessione che Bezzi dice di aver ottenuto. Ma Panizza assicura che le designazioni avvengono a rotazione senza seguire indicazioni societarie.

Eppure nel mondo del pallone, quando si fa riferimento a Santerno e al suo campo, la reazione degli addetti ai lavori è di chi lo considera un contesto caldo: «Vent’anni fa o anche di più qua un arbitro è stato picchiato – spiega Bezzi – ma sono passati vent’anni. Oggi la nostra società ha 40 anni di media, nessuno di noi ha legami con quei fatti. È ora di andare oltre».

Nel frattempo in mattinata il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha incontrato Panizza: «Ho visto un video dove è chiarissimo quello che è successo. Esprimo la mia solidarietà a Barbara e ai suoi colleghi e la mia preoccupazione per l’episodio. È ovvio che anche un arbitro può sbagliare. A volte il tifo per la propria squadra può portare ad usare qualche espressione colorita di troppo, e questo ci sta. Ma non c’è alcuna passione sportiva che giustifica la violenza, anche verbale, nei confronti delle persone. Il mio invito è rivolto alle Autorità di Pubblica Sicurezza e alle Autorità sportive: accertare i fatti e punire gli eventuali responsabili».

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