«Le trivelle non sono la causa principale di erosione e subsidenza»

L’associazione Paguro interviene contro «demagogia e falsità» Questioni ambientali? «Sotto le piattaforme habitat straordinari»

«Non è corretto attribuire all’estrazione del metano dal sottosuolo la causa dell’erosione marina della costa e della subsidenza». L’associazione Paguro, che da vent’anni gestisce e organizza le escursioni subacquee al relitto della piattaforma Paguro inabissatasi cinquant’anni fa, si schiera a difesa delle piattaforme metanifere con una lettera aperta firmata dal presidente Giovanni Fucci e intitolata “No alla demagogia e alle falsità”.

Nel territorio marino prospicente la Regione Emilia Romagna – fa sapere l’associazione – sono presenti circa 50 piattaforme per estrazione di metano e dieci sono in fase di dismissione e demolizione, non sono presenti piattaforme per estrazione di petrolio: «Riteniamo opportuno chiarire lo stato dell’arte in merito alle piattaforme offshore presenti nell’Alto Adriatico, anche alla luce delle distorsioni e falsità apparse nelle settimane scorse». Anche in previsione del 17 aprile quando si andrà a votare per il referendum sul tema : «È bene chiarire che il quesito è sulla durata delle esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già concessi».

Erosione: «Il fattore primario dell’erosione – scrive il Paguro – è relativo alla totale assenza di apporto di sabbia dai fiumi perchè prelevata a fini industriali per l’edilizia. È oggettivo che duemila anni fa la spiaggia era a Classe ed oggi si trova a 12 km di distanza. È oggettivo che negli ultimi 30 anni a causa degli sbarramenti sui fiumi, per utilizzare l’acqua per l’agricoltura, e del prelievo delle sabbie, lungo la costa la fascia di sabbia è passata da 3 km del 1970 agli attuali 300 metri. Poi, per tutelare la legittima industria del turismo ogni 4/5 anni preleviamo milioni di mc di sabbia dai fondali marini per realizzare il ripascimento delle spiagge. Tutto legittimo, ma è questa la scala dei valori? È proprio obbligatorio perseverare con queste metodiche, oppure è opportuno riflettere per una diversa scala di valori e scelte di tutela del territorio?».

Subsidenza: «Se qualcuno vuole approfondire il tema potrebbe leggersi il volumioso lavoro effettuato dall’Arpa Emilia Romagna che evidenzia come ben altre siano le cause della subsidenza ed in particolare in territori ove non esistono strutture di estrazione del metano e contemporaneamente si registra il maggiore incremento dello sprofondamento del terreno, quasi sempre legato al prelievo di acqua per agricoltura, turismo, allevamenti, industrie».

Ci sono poi le questioni ambientali : «Vaste aree marine sono vietate all’attività di pesca a strascico per la presenza delle piattaforme e delle tubazioni che portano a terra il metano, ma è altresì assodato che tali aree sono una riserva di protezione per il ripopolamento e la cresita di tante specie ittiche. Altresì tutti sanno che sotto alle piattaforme si sviluppa un habitat straordinario con massiccia presenza di varie specie ittiche, spesso oggetto di pesca dei diportisti». E le questioni paesaggistiche: «Le piattaforme deturpano il paesaggio marino per i turisti? Se qualcuno frequenta il mare in estate può verificare che molte piattaforme sono oggetto di interesse e curiosità di tanti diportisti :a Rimini, Riccione, Cattolica vengono anche organizzate escursioni guidate con grandi motonavi per far vedere le piattaforme da vicino».

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